Al netto delle difficoltà economiche di Suning, serve uno sforzo per colmare una lacuna che rischia di essere molto pesante
Può una partita chiusa con 23 tiri verso la porta avversaria, di cui 11 nello specchio, un rigore fallito e un palo colpito certificare la dipendenza da un attaccante? Può se sei l'Inter, che in una delle migliori prestazioni esterne dell'anno dimostra che senza Lukaku fa tremendamente fatica non tanto a costruire quanto a concretizzare, perdendosi tra le leggerezze di Sanchez e la mira sballata di Lautaro. Per non parlare dell'abulico Perisic. Il problema, specie se si fa il paragone con le rose delle avversarie per la lotta tricolore (prendete solo il numero e la qualità degli attaccanti di Milan, Juventus, Roma e Napoli), è l'esiguità delle scelte a disposizione di Conte. Insomma, il ko con la Samp ha evidenziato una verità che il tecnico nerazzurro non ha mai nascosto: per puntare allo scudetto serve un'altra punta che possa consentire a Lukaku (ma anche a Lautaro) di prendersi un raffreddore senza mandare all'aria ogni progetto vincente.
Chiaro è che sul mercato non ci sono attaccanti di quel livello e ancora più chiaro è il fatto che le casse di Suning non possano garantire investimenti rilevanti, ma a Marotta e Ausilio viene chiesto ora uno sforzo di fantasia e ingegno. Con l'addio di Pinamonti (ormai certo, anche perché totalmente fuori dai progetti contiani) serve un intervento anche solo dal punto di vista numerico: tenendo conto che Eriksen non è il solo nome pesante sul mercato, è da qui che devono arrivare i fondi per poter soddisfare le legittime esigenze di Conte. I nomi sono più o meno sempre gli stessi, giocatori fra l'altro molto diversi tra loro ma ognuno a suo modo funziionale: Gervinho, Gomez, Eder e Pellè. A meno di un jolly inatteso, la punta che arriverà (se arriverà) verrà dunque pescata da quel mazzo: le prime due carte sono ovviamente le più gradite, ma anche le meno probabili.