La sola vera alternativa è Conte, ma l'accelerata dei giallorossi e i costi dell'operazione aiutano il tecnico toscano
Solo la disgraziata ipotesi di una mancata qualificazione in Champions potrebbe sconvolgere ogni discorso e aprire le porte a scenari al momento oscuri. Ma fermo restando che all'Inter credono nel raggiungimento dell'obiettivo minimo stagionale (Udinese, Chievo, Napoli ed Empoli non sono considerati scogli insormontabili nella difesa del terzo posto), per la panchina nerazzurra del prossimo futuro i nomi sono due. Due soltanto: Spalletti o Conte.
Le parole dell'attuale allenatore interista pre e post Juve relativa al suo futuro lasciano intendere che lo stesso Spalletti sia conscio della situazione: andare in Europa (quella che conta, si intende) potrebbe anche non bastare per avere la riconferma visto che in società c'è chi è convinto della necessità di un cambiamento. E continua a caldeggiarlo, spingendo fortemente sull'ex commissario tecnico azzurro.
La proprietà cinese, coi soliti tempi operativi e decisionali piuttosto dilatati, ha finora preso tempo e questo ha giocato (e gioca) a vantaggio di Spalletti. L'avvicendamento in panchina (l'esonero per intenderci) costerebbe innanzitutto oltre una ventina di milioni lordi,considerato il contratto in essere del tecnico toscano (due anni ancora, più i costi del suo entourage). A questo si aggiungono poi le richieste di Conte, un allenatore da non meno di nove milioni di stipendio a stagione.
Uno stallo decisionale che nel frattempo ha visto l'irruzione sul campo della Roma, ora come ora la squadra che più e meglio ha fatto per riportare in Italia l'ex ct. E per ora, dunque, la situazione in casa Inter resta sostanzialmente ferma. Il tutto in attesa di una parola definitiva sul fronte Champions: tergiversare oltre non sarà più possiible.