I dirigenti bianconeri Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini si sono seduti in conferenza stampa al fianco dei giovani Miretti, Fagioli e Soulé
Da una parte il desiderio di tornare a vincere nel minore tempo possibile, dall'altra il progetto di lunghe vedute innestato sulla linea verde. E' su questa prospettiva, ovvero quella dell'integrazione dei giovani, che Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini continuano a lavorare. Potenziali campioni come Miretti, Fagioli e Soulé sono stati confermati nella prima squadra di Max Allegri, e gli stati generali del club bianconero ne hanno approfittato per ribadire alla stampa il loro focus: "Oggi presentiamo il frutto di un lungo lavoro che parte dal settore giovanile e finalmente approda in prima squadra con Nicolò, Fabio e Matias. E’ un’occasione importante e il progetto parte da lontano", esordisce Arrivabene. "Abbiamo fatto forti investimenti sulle strutture e allenatori, poi abbiamo affrontato il tema del percorso. Ormai da più di 10 anni analizziamo le statistiche del campionato primavera: purtroppo solo il 2% dei giovani finisce in Serie A", apre Cherubini.
"La Lega Pro ci ha accolto nonostante le numerose difficoltà. Eravamo scesi in campo con due obiettivi: il primo riguarda i risultati, il secondo significa formare i giocatori sia per il mercato sia per la prima squadra", continua Cherubini. "Oggi raccogliamo i primi frutti. Qualche giorno fa abbiamo cambiato anche il format, da U23 a Next Gen: comprende sia il percorso Under 23, ma anche quel percorso dopo in prestito in Serie A. Penso a De Winter e a Ranocchia in Serie A che stanno proseguendo il percorso di crescita. Ragazzi che arrivano in Serie A con più di cento partite tra i professionisti". I primi risultati hanno gratificato Cherubini, che ora si gode la sinergia con lo stesso Max Allegri: "L'allenatore è soddisfatto, siamo allineati". Il maggiore focus sui giovani comporta un cambio di DNA? "No, la Juve ha rivisitato in chiave moderna quello che è un DNA che non potrà mai fare a meno del grande campione o grandi colpi di mercato". E sulla futura evoluzione del progetto: "Vogliamo coinvolgere qualche altra squadra nel progetto. Dobbiamo far capire ai dirigenti l'importanza. In un calcio che deve andare nella direzione della sostenibilità, sviluppare il settore giovanile non è solo qualcosa di imposto, ma è fondamentale". All'orizzonte inoltre, il progetto di uno stadio dedicato alla Next Gen: "C’era un progetto chiaro qualche anno fa prima della pandemia. E’ stato sospeso perché c’erano altre priorità ma in futuro sarà riproposto. Quando ci saranno le condizioni sappiamo che questo sarà un grande valore aggiunto per settore giovanile e Women".
La parola passa poi ai tre giovani bianconeri, che raccontano il loro percorso dalle giovanili alla prima squadra.
SOULE': "IL MIO MOMENTO ARRIVERA'. E CON DI MARIA..."
L'argentino parte con i difficili inizi e il periodo di adattamento: "Io sono arrivato in Under 17. A causa di qualche infortunio non sono riuscito a giocare, poi è arrivata la pandemia. Sono salito in Under 23 con mister Zauli che avevo già conosciuto, fino allo scorso anno quando siamo arrivati ai quarti. Ora ho fatto il ritiro in prima squadra". E sulla scelta della Juve: "E' nata durante una grigliata in Argentina con il mio procuratore e mio papà. C'erano tre club in corsa, ma ho pensato ‘Voglio scegliere la Juve’. Sapevo la difficoltà di arrivare in prima squadra ma mi piacciono queste sfide". E sul futuro in prima squadra: "Sono tranquillo, so che arriverà il mio momento. Il mister e la società hanno fiducia, mi alleno al 100% e do tutto". In prima squadra Soulé ha potuto riabbracciare il connazionale Angel Di Maria: "Il rapporto con lui è bellissimo, siamo argentini e c’è confidenza. La viviamo come se già ci conoscevamo da prima. Beviamo il mate, non è ancora venuto a mangiare a casa mia però".
MIRETTI: "SAPPIAMO COSA VUOL DIRE VESTIRE QUESTA MAGLIA"
Uno dei talenti più luminosi svezzati dalle giovanili bianconere è senza dubbio Fabio Miretti, che riassume così il suo sviluppo come giocatore: "L'esperienza nel settore giovanile ci fa arrivare pronti. Sappiamo l’importanza di cosa vuol dire vestire questa maglia, cosa ci chiede la società. È una questione di identità che ci portiamo dentro da tanti anni. Io devo imparare dai più esperti. Non devo trasmettere nulla a loro, devo solo imparare". Miretti inoltre, spiega il non facile cambio di standard dalle giovanili alla prima squadra: "C'è stato un adattamento fisico, dal punto di vista della forza, velocità e tecnica. Ma anche l'aspetto psicologico è stato difficile: abituarsi agli allenamenti da Under 23 a prima squadra non è facile".
FAGIOLI: "VOGLIAMO ESSERE D'ESEMPIO PER I NUOVI GIOVANI"
"Sappiamo cosa ci aspetta e possiamo essere d'esempio per chi ora è nelle giovanili e vuole salire in prima squadra", afferma Nicolò Fagioli. E sul prestito alla Cremonese: "Una scelta azzeccata, non solo per la promozione in A ma anche perché ho trovato continuità". Oggi invece, la conferma di Allegri gli ha concesso una chance per una maglia da titolare: "Il mio sogno era quello di rimanere in pianta stabile. 4/5 anni facevo su e giù. Questa estate c'era anche la possibilità del prestito, ma sono contento sia finita così".