L'ad bianconero apre ufficialmente alla cessione dell'olandese: "Però dal tavolo della trattativa bisogna alzarsi tutti e tre soddisfatti"
Sembra essere ormai finita la storia tra la Juve e Matthijs de Ligt. L'interessamento, più che concreto di Chelsea a Manchester City, ha di fatto aperto le porte alla cessione dell'olandese, in scadenza nel 2024 e con una clausola rescissoria da 120 milioni di euro. Numero e cifre, che passano in secondo piano dopo le parole di Maurizio Arrivabene, che di fatto ha congedato l'ex Ajax. "Impossibile trattenere un giocatore che se ne vuole andare. Ma è sempre una questione di numeri, non è che se uno vuole andare via gli rispondi: prego, accomodati. Però dal tavolo della trattativa bisogna alzarsi tutti e tre soddisfatti. Vale sempre l'articolo quinto: chi ha i soldi ha vinto", ha detto l'ad bianconero a Tuttosport.
Intanto, però, sta per tornare Pogba. "Gli stiamo parlando e le cose si stanno evolvendo molto, molto bene. La presenza di certi giocatori è importante sia dal punto di vista tecnico che commerciale, il mio sogno sarebbe avere un giocatore italiano che venga riconosciuto a livello internazionale: un Totti, un Del Piero, un Buffon, un Paolo Rossi del 1982", ha agigunto.
Su Dybala: "C’era stato un accordo, poi c’è stato l’aumento di capitale, ci siamo tutti presi una pausa, di cui i procuratori erano informati e d’accordo, per effettuare valutazioni all’interno del Consiglio di amministrazione. Ci siamo rincontrati e abbiamo detto che i termini erano cambiati, perché volevamo muoverci in maniera diversa. Per cui da un contratto quadriennale a certe cifre, che vorrei evitare di citare per evitare ulteriori polemiche, siamo passati a un’altra strategia. Anche perché tutti sanno chi è arrivato a gennaio, no? Ma questo non ha compromesso i rapporti, non c’è stata nessuna guerra fra noi e Dybala".
Di fatto, sta nascendo una nuova Juve: "Non c’è una nuova Juventus, c’è la Juventus che come obiettivo ha la continuità a mantenere una squadra ad altissimi livelli e mirare ad altissimi traguardi. Il “J brand” ha enormi potenzialità. Noi dobbiamo progettare una squadra che in campo deve vincere e un’altra che lavora per espandere il marchio nel mondo".