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Trincao, la Juve e quel no del papà al Porto: storia di un predestinato

Il più giovane professionista nella storia del Braga ha anche una clausola-record: 30 milioni di euro

04 Gen 2019 - 19:36

Per Trincao alla Juventus sembra quasi una questione personale. La determinazione con la quale Fabio Paratici sta trattando il giovane talento ha qualcosa che sfugge alla percezione dei più. Ma svolgendo ricerche accurate e raccontando la vicenda personale dell'attaccante tesserato per lo Sporting Braga, si capisce che il capo dell'area tecnica bianconera sta muovendosi a proposito. Il tentativo del suo ex diretto superiore Beppe Marotta sembra destinato ad andare a vuoto anche grazie agli ottimi rapporti tra Paratici (il vero protagonista dell'affare Ronaldo) e il supermanager Jorge Mendes, che gestisce, tanto per cambiare, gli interessi di questo ragazzo che viene dipinto come un vero e proprio fenomeno e che proviamo a raccontare nei dettagli. 

Tanto per cominciare, il nome completo. All'anagrafe risulta registrato come Francisco Antonio Machado Mota Castro Trincao, abbreviato calcisticamente in Francisco Trincao o più semplicemente Trincao. Si è rivelato al mondo nello scorso luglio, quando è stato protagonista assoluto nel campionato europeo Under 19 in Finlandia. Il Portogallo è arrivato terzo (battendo nella finalina l'Italia) ma Trincao è stato capocannoniere del torneo insieme al connazionale Joao Filipe detto Jota (tesserato per il Benfica B). Trincao è nato a Viana do Castelo, nel Nord del Portogallo, il 29 dicembre del 1999. Un talento innato e precoce. Da bambino è entrato in una piccola società che si chiama Sport Clube Vianense: il suo primo allenatore si chiama Joao Branco e a distanza di anni ha raccontato recentemente quanto sia rimasto impressionato nel vedere quanto fosse dotato il suo allievo: "Francisco era un ragazzo simpatico, sempre entusiasta di quello che faceva. E aveva una grandissima voglia di imparare. Non era certo un gigante, ma quel piede sinistro era qualcosa di eccezionale. E io sono stato anche una sua vittima. In certe partitelle io mi mettevo a giocare con i miei ragazzi, per pareggiare il numero di giocatori da una parte e dall'altra. In una di queste partitelle, mi fece un tunnel. Poi si fermò, si guardò alle spalle e mi fece un sorriso enorme". 

Il coordinatore delle giovanili dello Sporting Vianense era Marco Miranda, che ha visto Trincao muovere i primi passi con il pallone tra i piedi. "Rapidamente ci siamo accorti di quando fosse più forte degli altri ragazzi. Era velocissimo, pazzesco nell'uno contro uno. Già quando aveva 9 anni dimostrava una grandissima capacità di finalizzazione. In quegli anni lo Sport Clube Vianense ha allevato una generazione di piccoli fenomeni. Nello stesso spogliatoio di Trincao si sono cambiati Pedro Neto (oggi alla Lazio) e Tomas Silva (oggi tesserato per lo Sporting Lisbona Under 23). Ovviamente tutti e tre hanno dovuto lasciare Viana do Castelo per potersi affermare a livello nazionale e Trincao ha scelto di giocare nel Porto. Papà e mamma si sono sottoposti a un vero e proprio tour de force: tre o quattro volte alla settimana portavano Francisco al centro tecnico di Olival per allenarsi con la squadra biancazzurra.Sforzo inutile, perché con la maglia dei Dragoes, Francisco ha giocato per meno di una stagione come racconta Humberto Costa, il suo allenatore dell'epoca: "Trincao è arrivato che aveva appena dieci anni, un piccoletto che non riusciva a emergere con noi. Forse si fece impaurire, gli pesò molto il passaggio da una piccola realtà a un grande club. Qui al Porto gli impianti sportivi sono di alto livello, posso capire che ci possa essere stata soggezione da parte sua. E poi da noi c'è molta competitività e non tutti i ragazzini riescono a sopportare tutto questo. In lui vedevo la passione per quello che faceva, ma c'erano dei ragazzini suoi coetanei che emergevano e sembravano più forti. Naturale che sia così. Era un ragazzo educato, attento alle spiegazioni e che non creava problemi, ma all'epoca sembrava non avere niente più degli altri che avevamo".

Probabilmente qualcuno oggi si mangia le mani tra i responsabili del settore giovanile del Porto all'epoca. Humberto Costa sostiene di non avere responsabilità: gli venne comunicato che il ragazzo non sarebbe rimasto. Punto. Di solito questo non succede a metà stagione, a meno che non ci siano delle esigenze particolari. E in questo caso fu Gonçalo Trincao, il papà del ragazzo a prendere la storica decisione: "Sono stufo di guidare per chilometri e chilometri ogni settimana, non ne vale la pena, chiudiamola qui". Il primo tentativo di sganciarsi dal Porto è avvenuto in dicembre, la risposta è arrivata in febbraio dopo una lunga insistenza. Addio a Olival, grande ritorno allo Sport Clube Vianense e felicità ritrovata, anche se solamente per allenarsi da febbraio alla fine della stagione, senza potersi tesserare. 
Ma proprio a questo punto è arrivata la grande svolta nella vita del ragazzo. Nella tarda primavera. provino con lo Sporting Braga passato in maniera strepitosa. Nel centro sportivo della Pedreira, campo dello Sporting, Trincao ha trovato l'ambiente giusto per affermarsi. E dopo qualche prestazione positiva, il suo ex allenatore Humberto Costa si è reso conto di quello che stava succedendo: "L'ho seguito da vicino, prima con l'Under 15, poi con l'Under 17, poi con la squadra B dello Sporting Braga. Dall'Under 15 in poi gli ho visto fare un salto di qualità pazzesco. Quando ho visto le meraviglie che è stato capace di fare con l'Under 19 ai Mondiali non mi sono certo sorpreso". Tutto dipendeva dalle condizioni: il talento c'è sempre stato ma andava valorizzato nella maniera giusta. 

Riassumendo, nel 2015-16 Trincao è entrato nelle giovanili dello Sporting Braga e ad appena 15 anni è stato chiamato dalla Nazionale Under 17. Nella stessa stagione è arrivato anche l'esordio nelle categorie professionistiche, il 2 aprile 2016, nella partita persa dalla sua squadra contro il Complexo Desportivo de Freamunde per 2-1. Sempre in quel periodo, Trincao ha firmato il suo primo contratto da professionista, scadenza 2021: è stato il più giovane giocatore della storia del Braga a raggiungere questo status. E nello stesso tempo ha stabilito anche un altro record, quello della clausola rescissoria più alta nella storia del club, 30 milioni di euro. Nella passata stagione è tato palleggiato tra la squadra Juniores (Under 18) e la squadra B, segnando 10 gol in 28 partite. Quest'anno è partito con la squadra B e a un certo punto è stato convocato dalla prima squadra per la partita di Europa League in Turchia contro il Basaksehir. Solamente alla vigilia della partenza il presidente Antonio Salvador si è reso conto che doveva farsi firmare un'autorizzazione dai genitori per viaggiare: "Non pensavo avesse diciotto anni, in campo dimostra una maturità pazzesca". A proposito: oltre a una tecnica straordinaria, non è più il piccoletto di cui parlavano i suoi primi allenatori, è alto 1,84 e ha una capacità straordinaria di portare avanti il pallone di forza. Mancino che gioca a destra, quasi inarrestabile per velocità e dribbling, ha tanta voglia di mettersi in mostra e può essere il grandissimo colpo della Juve futura. Il 2 gennaio ha giocato i primi 4 minuti in serie A nella partita vinta 2-0 dallo Sporting Braga contro il Maritimo. 

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