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Furlani, è la settimana delle decisioni: ds e allenatore tra dubbi e... nuova mentalità

L'ad del Milan è pronto per cominciare i colloqui: ma i nomi fin qui spuntati lasciano qualche perplessità. Ecco perché...

di Alessandro Franchetti
22 Mar 2025 - 13:06
 © Getty Images

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L'agenda di Giorgio Furlani, di ritorno dall'Arabia dove sta chiudendo importanti contratti di sponsorizzazione, prevede una settimana di casting. In cima agli impegni dell'amministratore delegato rossonero c'è la scelta del direttore sportivo che farà il mercato della prossima stagione e cui, quindi, è chiesto di rivoltare il Milan come un calzino per rilanciarlo. Scelto il ds, si passerà all'allenatore che prenderà il posto di Sergio Conceiçao. Due pedine fondamentali per le quali saranno necessari colloqui e riflessioni, tra strategie da seguire e filosofia manageriale da sposare in toto. Insomma, servono uomini giusti, al posto giusto e con un'ispirazione decisamente aziendale.

In questo senso lasciano un po' perplessi i principali nomi usciti negli ultimi giorni. La coppia Paratici-Allegri o ancora di più quella eventualmente formata da Paratici e Antonio Conte sembrano indicare un cambio di rotta deciso nel modus operandi del Diavolo. Per capirci: sia l'ex amministratore delegato della Juve che i due tecnici a lui più vicini sono abituati a lavorare con giocatori già formati, pronti, quindi costosi. Lo dice la loro storia, ed è una storia ben diversa da quella raccontata dal Milan dalla gestione Elliott in avanti. 

Paratici, ma appunto anche Allegri e Conte, non sono uomini da Musah, per citarne uno. Sono semmai da Ronaldo o Lukaku, Pirlo, Pogba o McTominay. Roba immediatamente pronta all'uso, che garantisce standard alti di rendimento ma che, quindi, costa molta. Scommesse zero, la linea è sempre stata quella di inseguire certezze. Così lavora Paratici, i cui mercati sono infatti stati fin qui sempre molto onerosi, così lavora Conte (non a caso arrabbiatissimo con il Napoli per il mercato di gennaio) e così preferisce lavorare Allegri, uno che si è anche accontentato, spiegando però poi che un conto è vincere con Pirlo e Vidal, altro è inseguire lo scudetto con Locatelli e McKennie

Insomma, immaginarsi da loro acquisti alla Reijnders (poi rivelatosi eccezionale) sulla carta pare complicato. Il che, ovviamente, fa nascere spontanea una domanda: chi cambia tra Paratici e il Milan? La logica lascia pensare che a cambiare debba essere il primo - tra l'altro al momento squalificato e impossibilitato quindi a operare fino al 20 luglio -, quel che non è scontato è che Paratici sia redditizio quanto il suo curriculum dice in una situazione così radicalmente diversa. Pochi soldi, vista anche la probabile mancata qualificazione alla prossima Champions, e molto fantasia. Si direbbe che non è il suo pane, poi chissà. 

Non è un caso che gli altri nomi sondati, da Igli Tare a Kim Falkenberg, seguano filosofie molto diverse. Non entriamo qui nel merito su chi piace a chi e chi decide cosa (Furlani ha idee diverse da quelle di Ibrahimovic), ma la settimana di casting, ampiamente annunciata, ha tutta l'aria di poter essere tanto importante quanto complicata. 

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