I retroscena della trattativa: "Maldini all'improvviso ci disse che avevano trovato il sostituto e a Gigio crollò il mondo addosso"
Domani al Parco dei Principi sarà la prima occasione in cui Gianluigi Donnarumma affronterà da avversario il "suo" Milan, quello che aveva lasciato in modo burrascoso nel 2021 dopo il naufragio delle trattative per il rinnovo di contratto. "Nei tanti appuntamenti avuti per parlarne col club l'indicazione di Mino ai rossoneri era sempre stata questa: non porteremo via il ragazzo a zero euro ma vorrebbe che il Milan si qualificasse alla Champions League" dice Enzo Raiola, fratello del procuratore scomparso l'anno scorso e che oggi continua a lavorare nel business di famiglia, parlando a Tuttosport. Tutto cambiò a Genova, in un incontro con la dirigenza milanista: "I rapporti fin lì erano stati tranquilli, poi Maldini e Massara ci dissero: 'non siamo qui per il rinnovo, ma per altro: per noi il capitolo Gianluigi è chiuso perché abbiamo già trovato il sostituto (Maignan, ndr). A Gigio crollò un macigno sulla testa".
Raiola continua: "A gennaio avevamo rifiutato offerte per non tradire il Milan (visto che a giugno il giocatore sarebbe stato svincolato, ndr), a parte la Juve che avrebbe sistemato la situazione con uno scambio o un conguaglio e dove saremmo andati solo se il Milan non fosse andato in Champions e avesse guadagnato dalla cessione soldi per il bilancio, non avevamo altro in mano".
A quel punto Donnarumma doveva trovarsi un'altra squadra: "Tutte le big erano già sistemate, anche il PSG che da poco aveva rinnovato con Keylor Navas. Ma Mino ha voluto lo stesso giocarsi la carta con Nasser Al-Khelaifi (presidente dei parigini, ndr) che, una volta capito che Gianluigi fosse libero, davanti a noi ha preso il telefono, chiamato Leonardo (all'epoca ds del club, ndr) per dirgli: 'prendimi Donnarumma".
Raiola e la verità su Gigio: "Prima del primo rinnovo poteva andare in 4-5 grandissime squadre, dopo quattro anni quelle squadre non c'erano più. Intanto il Milan non si sapeva dove sarebbe andato a finire e, nonostante questo, non aveva preso impegni con nessuno. Aspetta, aspetta e poi il Milan non ha voluto aspettare lui".