Dal club rossonero fanno trapelare la volontà di tenere Gigio, ma le controindicazioni sono maggiori dei benefici. Ecco perché, a malincuore, va ceduto subito
Si rincorrono voci, in continuazione, come in un mazzo di carte da mescolare e rimescolare. Gigio Donnarumma, il Milan e un futuro che non si sa, che dipende da moltissimi aspetti, che si chiarirà definitivamente solo il giorno 2 settembre, data di chiusura del calciomercato, o magari neppure allora. Partiamo dai dati di fatto: il Milan, a qualche giorno dalla chiusura dell'ultimo bilancio, ha ricevuto e rispedito al mittente un'offerta da 30 milioni più Areola del Psg. I motivi sono due e sono semplicissimi: il primo è che evidentemente la proposta non era e non è in linea con le aspettative del club rossonero; la seconda è che nel frattempo è arrivata la sentenza Tas sul FFP che ha liberato il Milan dalla necessità di dare una bottarella ai conti prima del 30 giugno appena passato.
Da quel giorno è cambiato il mondo. Non solo perché si è dato, con l'esclusione dall'Europa League 2019/20, un bel colpo di spugna al recente e dannato passato. Ma anche e soprattutto perché è presumibile che la primavera 2020 coincida anche con un accordo tra il Diavolo e la Uefa che permetterà a Gazidis ed Elliott di studiare un piano di rientro nei parametri del Fair Play che, per quanto restringente, sarà più morbido di quanto non ci si potesse aspettare fino a un mesetto fa.
Questo conduce, come immediata conseguenza, a un altro dato di fatto: il Milan non deve per forza cedere Gigio Donnarumma. Dovrà nell'arco di un anno fare delle plusvalenze, ma non è più obbligato a sacrificare proprio il suo gioiello più pregiato. E infatti, negli ultimi giorni, quel che trapela dalla società è che questa cessione non sarà fatta. Punto e a capo.
Restano due domande: sarà vero o è una strategia di mercato per alzare il prezzo di Donnarumma? E ancora: è giusto tenerlo?
Donnarumma è giovane, ha ancora ampi margini di crescita e già così può essere serenamente collocato tra i cinque migliori portieri al mondo. Insomma, è un capitale. Ma il capitale costa, e parecchio, e non ci sono dubbi che a breve costerà pure di più. Attualmente Gigio si porta a casa 6 milioni di euro netti l'anno, cui va per forza di cose aggiunto il milioncino garantito al fratello Antonio. Conti alla mano il suo stipendio non solo è di gran lunga il più alto della rosa e decisamente al di là del tetto salariale previsto da Gazidis (che non è 2 milioni come si dice, ma molto più facilmente 3,5 milioni), ma è, unito a quello di Antonio appunto, il doppio di quello di Romagnoli (capitano della squadra) e di Biglia (che infatti è sul mercato), vale a dire i giocatori più costosi per il club. Quindi, tornando alla domanda di prima: è giusto tenerlo?
Su queste basi la risposta è no, anche perché, come detto, questo significherebbe riaprire una trattativa sanguinosa con Mino Raiola. Il contratto di Gigio è in scadenza nel giugno del 2021, il che significa che tra sei mesi massimo bisognerebbe sedersi attorno a un tavolo per parlare di rinnovo. E se la trattativa si complicasse? Ovviamente sarebbe un disastro annunciato.
Se il Milan vuole ricavare profitto da Donnarumma, la finestra di mercato buona per venderlo a una cifra adeguata, ipotizziamo tra i 50 e i 60 milioni, è questa. Questa e, forse, nessun'altra. E lo è probabilmente anche a livello strettamente tecnico, perché con Reina e Plizzari il Milan non avrebbe nemmeno bisogno di cercare un altro portiere ma potrebbe far crescere l'Under 20 all'ombra dell'esperto spagnolo. Sarà questa la strada che seguiranno Boban e Maldini? Azzarderemmo un sì, a meno che il rinnovo non sia cosa già fatta o quasi. Ma prima del 2 settembre, perché dopo sarà tardi per tutto.