Quasi 48 milioni tra cartellino e stipendi e tre presenze in sei anni, la storia di un investimento sbagliato
Dal 30 giugno è svincolato e non è più un giocatore del Milan, ma ai tifosi rossoneri Mattia Caldara di certo non mancherà. Il difensore nato a Bergamo nel 1994 fu acquistato nel 2018 dalla Juventus per 35 milioni nell’ambito di un’operazione che coinvolse anche Leonardo Bonucci (che tornava a Torino proprio dopo una stagione a Milano) e Gonzalo Higuain, ma la sua avventura in rossonero di fatto non è mai iniziata e numeri alla mano quello di Caldara può essere considerato il peggior acquisto della storia del Milan.
Prima un infortunio muscolare, poi la rottura del tendine d’Achille quindi il prestito all’Atalanta, un primo ritorno a Milano, due prestiti tra Venezia e Spezia e infine l’ultimo anno di contratto in rossonero, saltato quasi interamente per un’operazione alla caviglia: il risultato è che il suo esordio in Serie A con la maglia del Milan è arrivato a quasi sei anni dal suo acquisto, all’ultima giornata del campionato 2023/24.
Nel complesso le presenze in rossonero sono tre (una in Serie A, una in Coppa Italia e una in Europa League) in sei anni per un totale di 187 minuti e Calcio & Finanza ha quindi calcolato che il difensore è costato ai rossoneri poco meno di 16 milioni di euro per ognuna delle tre volte in cui ha messo piede in campo (e quindi poco più di 256mila euro al minuto!).
Il costo storico di Caldara al Milan è infatti pari a 37.740.000 euro, a cui bisogna aggiungere i 10,2 milioni lordi di stipendi negli anni, per un totale di 47.915.000 euro tra ammortamento e stipendi. Mattia Caldara al Milan, la storia di un investimento sbagliato.