L'agente dell'iraniano va all'attacco dei rossoneri e sottolinea: "Stanno cercando giustificazioni per il mancato ingaggio"
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L'approdo di Mehdi Taremi al Milan sembrava cosa fatta dopo che i rossoneri avevano raggiunto l'accordo col Porto, ma poi tutto si è concluso con un nulla di fatto. La causa? Dopo l'ok dei portoghesi ci sarebbe stata distanza tra l'offerta dei rossoneri e la richiesta del giocatore e del suo entourage che avrebbero rimescolato le carte in tavola dopo aver raggiunto un precedente accordo di 1,5 milioni a stagione. Ma Pedro Pinho, agente dell'iraniano, a Record racconta un'altra versione dei fatti attaccando il Milan: "Non hanno mai avuto contatti con me, Mehdi li aveva avvertiti che stavano parlando con l'agente sbagliato e loro sono andati avanti così per due mesi".
"Il Milan proponeva uno stipendio di 1,5 milioni a Taremi e non era in linea con il valore del ragazzo" ha sottolineato l'agente, che in fase di "seconda" trattativa aveva chiesto 5 milioni per l'attaccante del Porto. E a chi lo accusa di aver alzato la richiesta per provvigioni, Pedro Pinho ribadisce: "Non si è mai arrivato a parlare di commissioni, il Milan mostri delle prove perché in Italia se ne sta parlando tanto ed è una menzogna".
Nel corso dell'intervista esclusiva a Record, il procuratore dell'iraniano ha quindi sottolineato: "Dopo l'accordo tra i club, i rossoneri hanno contattato il giocatore che ha spiegato chi lo rappresenta. Non so perché loro abbiano continuato a parlare con gli agenti sbagliati, non me lo spiego".
Poi l'attacco diretto al Milan: "Sono alla ricerca di un capro espiatorio per giustificare il mancato ingaggio del giocatore".