La scelta del tecnico dirà chi comanda nel club. E sul mercato può davvero succedere di tutto
di Alessandro FranchettiPiù del nome del nuovo allenatore, conta quello di chi lo sceglierà, perché, è evidente, la questione è più politica che tecnica. Chi comanda al Milan? La domanda è questa ed è tutto fuorché insignificante. Sul tramonto dell'ennesimo derby perso e accompagnato dalla fastidiosa colonna sonora della musica techno sparata a massimo volume a San Siro, l'ad Giorgio Furlani ha parlato nuovamente di scelta collegiale sull'allenatore per il quale, e questo era ovvio, il timbro sarà messo da Gerry Cardinale. A proposito: la proprietà, che già era poco soddisfatta della stagione della squadra, non ha preso bene la sconfitta, con scudetto della stella annesso, contro l'Inter. Il motivo? Semplice: ha messo a disposizione dei suoi dirigenti molti soldi per costruire una squadra che limasse le distanze, evidenti anche lo scorso anno, nei confronti dei nerazzurri e la forbice si è invece allargata. Qualcuno, quindi, ha evidentemente sbagliato.
Che la colpa non fosse solo dell'allenatore è stato ben chiaro a Cardinale già mesi fa quando, infatti, si è premurato di piazzare Ibrahimovic nell'organigramma, sia pure con un ruolo di suo consulente personale e diretto. A logica il nuovo allenatore dovrebbe sceglierlo proprio Ibra, ma le anime all'interno del Milan sono molteplici e hanno evidentemente visioni differenti. Di qui i sondaggi - molti - e i nomi - moltissimi - che in questi giorni sono stati accostati alla panchina dei rossoneri. C'è chi piace all'ad Furlani, Lopetegui per capirci, e chi piace a Moncada, c'è chi è invocato dai tifosi (Conte e solo Conte) e chi si propone attraverso gli agenti. La certezza è che non ci sarà Stefano Pioli, cui si deve tantissimo ma che, fisiologicamente e a differenza di quanto lui stesso comprensibilmente pensa, non ha più nulla da aggiungere a questa squadra. Cardinale, che nel frattempo lavora sul fronte stadio, ascolterà i suoi dirigenti e poi sceglierà di chi fidarsi. Per gli altri, a sensazione, il futuro non è così assicurato. Ma questo è un altro discorso.
Certamente, sempre seguendo la medesima logica, non è assicurato il futuro nemmeno dei giocatori. Anche in questo caso sarà importante capire chi avrà in mano il bastone del comando. Il Milan, come qualunque altra squadra italiana, non può considerare incedibile nessuno: al netto di quello che chiederà il nuovo tecnico, offerte molto importanti devono per forza di cose essere prese in considerazione. Non c'è una necessità vera di cedere nessuno, ma tutti hanno un prezzo, da Maignan a Theo Hernandez per arrivare a Rafa Leao. Il mercato che verrà sarà in ogni caso movimentato. La squadra va ritoccata, forse profondamente, e il lavoro che andrà fatto in ruoli fondamentali, come il centravanti, costringeranno a spese significative. Andrà messa a posto la difesa, dai centrali all'esterno destro, e ritoccato il centrocampo. E' l'anima che sarà modificata, non una questione da poco. E attorno all'anima che sarà messa a disposizione del nuovo allenatore si faranno i conti sulle ambizioni per la prossima stagione. La scelta della nuova guida del Milan sarà fondamentale in campo. Il nome di chi la sceglierà spiegherà molto di quello che sta invece accadendo in società.