Le parole del francese scuotono i rossoneri ma non è da scartare una tattica per il rinnovo di contratto
Cos'è cambiato in "soli" 8 mesi? Cos'è cambiato dalle parole di Theo Hernandez dello scorso novembre ("Sono molto felice di essere qui e lavoro ogni giorno per fare la storia qui. Ora sono il vice capitano e sono molto orgoglioso di essere un leader") a quelle pronunciate ieri dal ritiro della Francia ("Ora sono concentrato sull'Europeo, se resterò o meno al Milan lo vedremo più avanti")? In mezzo c'è stata una stagione difficile coi rossoneri, chiusa senza di fatto mai competere per scudetto o coppe europee, ma anche una mezza rivoluzione dirigenziale che ha portato Ibrahimovic al centro del progetto rossonero oltre al nuovo allenatore Fonseca. La tempistica delle parole del francese ha un po' colto di sorpresa la dirigenza milanista visto che solo qualche giorno prima Zlatan era stato netto ("Maignan, Theo Hernandez e Leao restano con noi. Hanno un contratto e sono felici"), per lo stesso motivo in via Aldo Rossi non vogliono sentir parlare di addio e un'eventuale offerta verrebbe valutata solo se arrivasse a quota 100 milioni di euro.
Vero che su Theo ci sono da tempo le sirene del Bayern Monaco e del Real Madrid, in un gioco a incastri che coinvolge Alphonso Davies. Solo qualche mese fa sembrava fatta per l'approdo del canadese da Ancelotti e questo avrebbe liberato una casella in Baviera, casella che avrebbe colmato proprio l'esterno del Milan. Ora però Davies è più vicino alla conferma e questo, paradossalmente, sfavorirebbe ulteriormente i rossoneri visto che se fosse il Real a bussare alla porta per Theo, il giocatore non avrebbe poi molti dubbi. Da un lato il fascino di competere seriamente per vincere la Champions, dall'altro una sorta di rivincita dopo essere stato ceduto proprio dai Blancos nel 2019: una doppia motivazione che sa di sfida per il francese.
Quando, lo scorso novembre, Hernandez diceva di trovarsi bene a Milano non mentiva. Però sulla sua voglia pende anche quel rinnovo di contratto, con adeguamento, che il giocatore attende da tempo ma che in casa rossonera non ancora argomento del giorno. Un po' perché la scadenza è nel 2026, quindi c'è urgenza ma non allarme rosso, un po' perché le richieste dell'esterno - 7 milioni come Leao, ora ne guadagna 4,5 - sono in fase di valutazione da parte di Furlani. Da qui una certa insofferenza che le parole pronunciate ieri hanno certificato: c'è tutto il tempo per ricomporre la situazione come per lasciarsi, dopo Euro 2024 diverrà tutto più chiaro.