Lo slovacco va in scadenza nel 2025: Giuntoli tratta per arrivare al prolungamento fino al 2027
Il Napoli è pronto a blindare Lobotka. Il ds Giuntoli è al lavoro per rinnovare il contratto del regista slovacco, attualmente in scadenza nel giugno 2025, fino al 2027, con un adeguamento di contratto che dovrebbe aggirarsi attorno ai 2,8 milioni a stagione, un milione in più di quanto percepito in questo momento dal faro del gioco di Luciano Spalletti. Le parti si parlano da tempo e la fumata bianca non sembra in discussione, data la volontà comune di proseguire insieme. Il Napoli, e in particolare il tecnico Spalletti, considerano Lobotka imprescindibile per l'equilibrio e lo sviluppo del gioco degli azzurri. Lo slovacco, dal canto suo, dopo un primo anno non esaltante, è cresciuto esponenzialmente e si sente una parte importante di un progetto che ha deciso di sposare.
Logico, quindi, pensare che la trattativa possa chiudere in breve tempo, anche se in realtà non c'è né la necessità né l'esigenza di chiudere la questione in fretta e furia.
Nel frattempo il direttore sportivo Cristiano Giuntoli ha fatto passi avanti importantissimi nella trattativa, di fatto trovando l'accordo con gli agenti dello slovacco sulla cifra, 2,8 milioni di euro a stagione appunto, già un paio di settimane fa e, in particolare, prima della trasferta vittoriosa di Amsterdam, in Champions League, contro l'Ajax. Non si tratta, quindi, ora, che di limare gli ultimi dettagli per arrivare all'annuncio, che non dovrebbe comunque tardare molto.
Lobotka, che in questa stagione ha esordito con un gol al Bentegodi contro il Verona (per lui anche un assist decisivo per Kvaratskhelia contro il Monza), si sta confermando ad altissimo livello e si completa perfettamente con Anguissa e Zielinski in un centrocampo che abbina forza fisica, geometrie e imprevedibilità. Ogni pallone passa per i suoi piedi e non è un caso che proprio dalla sua unica assenza dall'undici titolare, lo scorso 31 agosto a Lecce, sia arrivato uno dei due pareggi del Napoli in campionato. In compenso la sua regia al limite della perfezione ha contribuito non poco ai risultati esaltanti in Champions, dove è sempre stato tra i migliori degli azzurri.