L'attuale tecnico dell'Atalanta è l'uomo giusto per riprogrammare il futuro bianconero
di Pepe Ferrario© Getty Images
Il giorno dopo l'umiliazione rifilata alla Juve, c'è una sola considerazione da fare, per quanto la tempistica possa sembrare un tantino paradossale: l'allenatore su cui la dirigenza bianconera deve puntare per rilanciare un progetto sull'orlo del fallimento è solo e soltanto Gian Piero Gasperini. Ora più che mai e soprattutto ora o mai più. Già tante volte il tecnico dell'Atalanta è stato avvicinato, corteggiato, lusingato, forte del suo Dna juventino, di un passato doc, di una antica militanza mai dimenticata. Eppure nulla si è mai concretizzato: ma a 67 anni compiuti, certificato lo status di grande non solo con il gioco ma anche con i trofei, l'approdo del Gasp sulla panchina juventina non è più procrastinabile. Il suo percorso bergamasco, iniziato nel 2016, sublimato dall'Europa League, è sul rettilineo finale, quello che proprio oggi lo vede sgomitare nella lotta scudetto, traguardo quest'anno quanto mai realistico e possibile.
Comunque andrà, il rapporto con la famiglia Percassi è destinato a una sua fisiologica conclusione, ripartire da Torino è la più naturale e logica ripartenza. Gasperini ha tutto per guidare al meglio la rinascita bianconera: esperienza, visione, capacità gestionali, idee, appartenenza (valore non secondario, specie per la tifoseria). Sa innovare ma è capace pure di adattarsi, sa valorizzare i giovani, accresce il valore dei campioni a sua disposizione, disegna un calcio spettacolare, accattivante, sempre propositivo. Talvolta non impeccabile nelle dichiarazioni e nella gestione dei rapporti personali, ha però dalla sua i risultati: sinora, anche nei momenti e nei confronti più caldi, ha avuto pressoché sempre ragione. Insomma, i tempi sono finalmente maturi: questo matrimonio s'ha da fare, ora o mai più.