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L’INTERVISTA

Papu Gomez: "In tanti mi chiamano, il piede è ancora caldo. Mi piace il Sassuolo"

L’argentino prepara il rientro dopo la squalifica per doping: “Posso ancora fare la differenza”

20 Apr 2025 - 09:43
 © afp

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La lunga squalifica per doping sta per terminare (finirà ad ottobre, ndr) e il Papu Gomez, ospite del nuovo format della Gazzetta dello Sport Trequarti, assicura che il telefono del su agente è già caldo: “Futuro? Alcuni club hanno chiamato il mio procuratore per sapere come sto, quando finisce la squalifica e che intenzioni ho. Voglio aspettare il termine della stagione per capire in quale squadra potrei trovarmi bene, per poi fare il ritiro pre-campiomnato ed essere al top a ottobre. Posso ancora fare la differenza, il piede è caldo… (ride, ndr)”.

In quale squadra di Serie A mi vedrei bene? “Quest’anno mi piace molto il Sassuolo, gioca un calcio moderno, divertente e offensivo. Adoro le squadre che utilizzano un trequartista e due ali, quindi mi vengono in mente anche il Bologna di Italiano o la Fiorentina di Palladino, che stanno facendo molto bene. E, ovviamente, la mia Atalanta…”.

A proposito della Dea, il Papu ha parlato anche del possibile addio di Gasperini a fine stagione: "Si parla tanto di separazione, ma dubito che il mister lascerà Bergamo, se centrerà la qualificazione alla prossima Champions. In caso di addio, proprio Palladino e Italiano, così come Thiago Motta, potrebbero dare continuità al progetto di Gasperini". La stagione è positiva – ha aggiunto - un anno fa chiunque avrebbe firmato per trovarsi al terzo posto ad appena sei giornate dalla fine. Dopo il trionfo in Europa League le aspettative sono aumentate, ma il sogno dell’Atalanta procede alla grande".

Stasera la sua ex squadra sfida il Milan a San Siro e Gomez svela un retroscena che riguarda proprio i rossoneri: "Sì, Galliani mi stimava. La prima volta che ha provato a prendermi era il 2017: era l’ultimo Milan di Berlusconi, in panchina c’era Montella. Alla fine sono rimasto a Bergamo, perché l’Atalanta aveva un progetto ambizioso, la mia famiglia stava bene ed ero diventato uno dei leader della squadra. Poi dissi di no anche alla Lazio, mentre nel 2013 mi cercarono Inter e Atletico".

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