Il ds giallorosso al Corriere della Sera: "Siamo nella fase più restrittiva del settlement agreement con la Uefa"
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Florent Ghisolfi, direttore sportivo della Roma, ha concesso un'intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato del mercato invernale e della situazione del club, il cui operato è condizionato dal settlement agreement firmato con la Uefa nel 2022. "Lucca non è mai stato un’opzione concreta, cercavamo un vice-Dovbyk e non un titolare - ha spiegato il dirigente francese -. Per quanto riguarda Frattesi, abbiamo lavorato a fondo con lui, il suo procuratore e l’Inter. Siamo stati vicini a chiudere l’affare, ma tra quattro mesi valuteremo se il suo arrivo sarà fattibile o se punteremo su un centrocampista con caratteristiche simili”. Sui paletti finanziari: "Ranieri ha scelto di essere trasparente perché i tifosi meritano sincerità. La società ha sottoscritto un settlement agreement con la Uefa nel 2022 per far fronte a un significativo deficit finanziario. L’accordo, della durata di quattro stagioni, è ora nella sua terza fase, la più restrittiva. Abbiamo lavorato per ridurre il monte ingaggi, abbassandolo di oltre il 20%, nonostante alcuni stipendi siano aumentati in base ai contratti in essere. È fondamentale seguire una strategia razionale per restare fedeli a un progetto ambizioso che include il centenario del 2027 e la realizzazione del nuovo stadio. Parliamo di un settlement agreement, cioè un accordo privato, tra Roma e Uefa. Per capirci: c’è un limite di velocità a 30 km/h ma noi dobbiamo andare a 20 perché in passato si è andati a 50″.
Sul prossimo allenatore. "Non vogliamo una squadra composta solo da giovani, ma un mix equilibrato che includa anche esperienza. Ciò che cerchiamo, prima di tutto, è la voglia di allenare la Roma, di considerarla una prima scelta. Alcuni allenatori sono liberi, altri sotto contratto, e c’è chi è più o meno interessato a questa opportunità - ha aggiunto Ghisolfi -. Per rispetto di Ranieri, però, non voglio parlare del futuro della panchina. Lui ci ha tirato fuori dalla tempesta. Dopo la gara con il Milan gli ho detto che non può risolvere tutto in due mesi e che deve camminare a testa alta".
Sul progetto. "Noi non chiediamo tempo, perché nel calcio il tempo non esiste. La Roma deve regalare gioie e orgoglio ai suoi tifosi, e in questa stagione, a parte il derby, ne abbiamo date troppo poche - ha spiegato il ds transalpino -. Chi guida questo club dà il massimo, anche se, come tutti, può commettere errori. Ranieri farebbe di tutto per raggiungere gli obiettivi che la Roma merita. Non si parla di transizione, vogliamo vincere subito, ma senza smettere di costruire per il futuro. I Friedkin amano questa squadra e il progetto stadio ne è la dimostrazione più concreta".