Presentazione per Mirante ("un punto d'arrivo importante") e Santon ("un motivo di rinascita")
E' giorno di presentazioni in casa Roma dove è il turno di Davide Santon e Antonio Mirante. Accanto a loro il ds Monchi che ha fatto il punto sul mercato. "Il rinnovo di Florenzi? Sono più fiducioso, ma manca qualcosa. I contatti però sono più frequenti - ha spiegato - Alisson? Prima di tutto la volontà di vendere Alisson è solo della Roma. Io non voglio parlare di sostituti perché penso ancora che Alisson rimanga qui. Ma tutto ha un tempo".
L’altra volta ha definito la trattativa per Florenzi difficile. E’ cambiato qualcosa?
“E’ vero che i contatti con Lucci sono più frequenti ed anche io sono un po’ più fiducioso rispetto l’ultima volta e manca qualcosa. Sono più fiducioso, ma manca qualcosa. I contatti però sono più frequenti”.
Ha letto l’intervista a Sabatini? Su Alisson dice andrà al Chelsea per 70 milioni. L’ha sorpresa questa cosa? Si è inserito il Liverpool?
“Ho letto l’intervista. Scherzando direi che come lo ha portato magari lui sa più di me di quello che succede nel mercato. Nel calcio sappiamo i movimenti che fanno gli altri club, ma a volte l’informazione che va in giro non è quella che veramente è. Non c’è nessun cambio su Alisson, io immagino che tutte le squadre che stanno uscendo sulla stampa stanno cercando dei portieri e lui è forte, ma dopo di questo non posso dire di più. Ritornando a quello che ha detto Walter, ho tanto rispetto per lui, per ciò che ha fatto e per la sua romanità, magari un giorno arrivo io ad amare così questa società”.
Nella ricerca dell’esterno alto. Berardi è un’opportunità o non è nella sua testa?
“La Roma ha tanti giocatori in quella posizione, dobbiamo valorizzare quello che abbiamo e parlare di meno di quello che potrebbe arrivare. Se dovremo rimanere così sono molto contento, ma come ho detto altre volte sempre guardando il mercato e le opportunità che il mercato potrebbe dare fino alla fine, perché la Roma merita di fare così. Ma non dobbiamo dimenticare di avere calciatori fortissimi”.
Su Alisson ha detto che per tutto c’è un tempo. Su Ziyech la Roma ha mollato la presa. Il lavoro che avete fatto in ritiro, le chiacchiere con Di Francesco l’hanno convinta che si può restare così a centrocampo e quindi né Florenzi, né Pellegrini, né Strootman andranno così?
“Le stesse cose che ho detto ad Andrea (Pugliese, ndr) le posso dire a te. Abbiamo 10 interni di centrocampo fino ad oggi, sono non contento, di più di quello che abbiamo oggi e credo anche Eusebio. In questo ruolo dobbiamo solo capire chi è più pronto di quelli che abbiamo, ma noi guardiamo oggi a quello che abbiamo nella nostra rosa”.
C'è una scadenza alle offerte per Alisson?
"Prima di tutto la volontà di vendere Alisson è solo della Roma, che valuta sempre quello che arriva, che decide prima di tutto per il bene della Roma. Io non voglio parlare di sostituti perché penso ancora che Alisson rimanga qui. Se arriverà il momento si vedrà. Adesso non voglio pensare ad altre cose, lui si sta riposando e ci vedremo negli Stati Uniti. Tutto ha un tempo, però. Leggendo i quotidiani, forse quando uscirò dalla sala stampa avrò offerte dall’Inghilterra, dalla Spagna e dalla Germania".
Capitolo Gerson.
"La fiducia della società in Gerson è al 100%. Ma abbiamo pensato che per la sua crescita gli manca la possibilità di giocare tante partite di fila. Stiamo lavorando con il ragazzo e parlando con lui per trovare la strada più giusta per il suo percorso. Sempre pensando che è un giocatore forte".
Cosa rappresenta la Roma per te?
“Per me rappresenta un motivo di rinascita, di riscatto e son venuto qua perché ho voglia di dimostrare a tutti quanto posso dare e per questo sono qua”.
Sei stato molto versatile nella tua carriera. La partita della vita te la giocheresti a destra? Che spazio pensi di ritagliarti lì?
“Alla Roma ci sono grandi giocatori come quest’anno ho visto Florenzi da una parte e Kolarov dall’altra. Io posso giocare a sinistra e destra, non ho preferenze a dire il vero io quello che so fare è allenarmi forte, con la voglia di tornare quello che ho fatto vedere in passato e poi sarà al mister decidere chi far giocare o no. Quello che posso assicurare è che sono venuto qua per dare il massimo e spero di ritagliarmi un posto importante nella squadra”.
Hai avuto un rapporto di amore e odio con Mancini. La Roma può essere anche un trampolino di lancio per la nazionale?
“Sicuramente. Mancini è un allenatore bravo che merita di stare dove è ora. La cosa più importante è fare bene nel club dove giochi, poi indipendentemente da ciò che fai sul calcio quella è la cosa più importante. La convocazione in nazionale deve essere un premio di ciò che fai con la tua squadra, quindi credo che se le mie prestazioni saranno all’altezza magari ci sarà la possibilità di ritornare in nazionale”.
Hai avuto un rapporto complicato con i social. C’è stato qualcosa di sbagliato in questo senso? Ti aspetti qualcosa di migliore in questo ambiente?
“Il rapporto con i tifosi dell’Inter è una cosa passata, ci sono state incomprensioni però sinceramente ho già dimenticato. Con i tifosi della Roma è stato un approccio bello, non so se tutti son felici però sono stato molto contento specialmente ieri mi ha fatto molto piacere aver fatto il primo allenamento davanti i tifosi, mi hanno applaudito e sono felicissimo. Si vede che la Roma per loro è qualcosa che va oltre qualsiasi cosa e questo mi fa molto piacere. Proverò a dare tutto me stesso e spero di dimostrarlo sul campo che alla fine è l’unica cosa che conta”.
I tuoi rapporti con Spalletti?
“Sempre buoni, mi ha sempre parlato con massima sincerità e nient’altro sinceramente. Ci sono stato delle situazioni che mi hanno portato a questo cambiamento. Conoscerò bene anche mister Di Francesco, ma in questo inizio di ritiro sta procedendo tutto molto bene”.
Anni fa hai dichiarato di non poter giocare ogni 3 giorni per gli infortuni. Oggi la situazione è cambiata?
“Io mi ritengo un giocatore che può giocare tutte le partite, anche ogni tre giorni. Ovviamente, sono un calciatore che come altri ha avuto degli incrementi al ginocchio e quindi ogni tanto devo stare attento. Non vuol dire saltare una partita ogni tre giorni, ma magari su una doppia seduta riposarne una. Ma è un ginocchio che sta bene, io mi sento bene e quindi se ci dovesse essere bisogno di fare una partita ogni 2-3 giorni non ci sarebbe problema”.
La Roma ti ha cercato prima della trattativa Nainggolan?
“Sì, quando ero in Inghilterra e quando sono tornato all’Inter e questa volta che finalmente mi ha portato alla Roma”.
Cosa rappresenta una grande squadra come la Roma in questa fase della tua carriera?
“Un punto di arrivo importante per me, ma anche un’ambizione ed un confronto con una squadra importante. Ci arrivo in un’età matura è un motivo di grande soddisfazione ma anche di grande voglia di lavorare perché devo confrontarmi con un valore superiore a quello che ho fatto fino adesso e sta a me dimostrare di valere questa squadra”.
Ci può descrivere il personaggio Savorani di cui tutti parlano benissimo?
“Sicuramente i miglioramenti dei portieri che sono arrivati qua sono sotto gli occhi di tutti. Pretende tanto, è esigente, ma allo stesso tempo è uno che dà grande attenzione alla tecnica, una cosa che piace a me e che è alla base di ogni grande portiere. La crescita di Alisson ne è la conferma, sicuramente ha avuto un grande impatto su di me, sia a livello tecnico che personale. Sta a me mettermi a sua disposizione anche alla mia età, mettermi in discussione su alcune cose, su metodi diversi con altri preparatori. Il mio approccio sarà la disponibilità verso di lui”.
Hai fatto il titolare in Serie A. Cosa significherà modificare questo status, sapendo che hai davanti un grande come Alisson?
“Nulla, tranne la domenica. Qui ci sono tante partite, nelle grandi squadre ci vogliono due portieri forti e pronti ed il mio atteggiamento verso il lavoro quotidiano non deve cambiare, il mio ruolo deve condizionarmi a fare ancora meglio perché sarà difficile approcciarmi in virtù della partita. Cambia poco e niente, la vivo con grande voglia e dai primi giorni che sono qua ho visto che questa mentalità c’è e quindi per me è un buon momento per arrivare alla Roma anche in virtù del mio ruolo”.
Ci sono state varie volte in cui sei stato vicino alla Roma. Quando?
“La prima volta quando fallì il Parma e poi c’era stata una chiacchierata l’anno scorso. Ma quest’anno è una cosa che ho voluto fortemente ed è stata la prima cosa che è capitata in questa sessione e non ho aspettato altro”.
Qualcuno ti ha colpito in maniera particolare?
“La cosa che mi ha colpito è la mentalità nel suo complesso, una squadra che va forte che ha avuto subito un grande atteggiamento, impatto, nessuno si risparmia. Nei giovani c’è tanta qualità, da questo punto di vista la Roma ha lavorato benissimo anche in prospettiva. Ha tanta qualità e margine di miglioramento, soprattutto sui giovani che sono stati presi che sono pronti sin da subito. Forse è questo che impressione, che già riescono ad essere competitivi ad alti livelli”.
Nello scambio di Alisson cosa ti senti di poter trasmettere?
“Non lo so (ride,ndr). Vedendolo l’anno scorso poco e niente, ma credo che Alisson in me possa trovare un compagno con cui confrontarsi, con tante partite in Serie A. Ci sono dei momenti in cui il portiere ha bisogno di una spalla, io posso essere questo. Ho 35 anni e credo di essere ancora abbastanza giovane per dare il mio contributo. Sono venuto a lavorare con la Roma e questo mi fa avere l’ambizione di lavorare sempre tutti i giorni”.