Il due volte campione del mpondo fa un bilancio approfondito della tre giorni di test della premier class sulla pista malese
di Stefano Gatti© Getty Images
"Il record della pista è una conseguenza del lavoro che abbiamo fatto: abbiamo portato a termine il nostro programma. Tutto quello che abbiamo provato ha funzionato e ci ha dato riscontri positivi. La GP24 in generale mi piace... moltissimo! Ha molti punti a suo favore, soprattutto la frenata. Abbiamo fatto un gran tempo ma non bisogna dimenticare che (incluso lo Shakedown Test della settimana scorsa, ndr) a Sepang si è girato per sei degli ultimi otto giorni, non ha mai piovuto e quindi questa settimana la pista era molto gommata: questo ha aiutato parecchio. Il motore è in via di definizione: nei prossimi test in Qatar proveremo diverse mappature: puntiamo a fare altri passi avanti ma, lo ripeto, ad imporsisonarmi è stata la frenata".
Questo il bilancio (positivo e promettente) che Francesco Bagnaia traccia al termine della prima sessione di test precampionato in Malesia. Il due volte iridato della premier class si presenta davanti ai microfoni di Sky sereno e soddisfatto, già pronto a tornare in pista dopo la metà del mese a Losail (sede del primo GP stagionale il prossimo 10 marzo) e focalizzato sul da farsi, con le idee piuttosto chiare anche sui suoi avversari nella caccia al tris.
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"Il mio compagno di squadra Bastianini viene da un stagione d'esordio nel team difficile e sfortunata: è partito molto forte e lo stesso ha fatto Martin, ma non ci sono solo loro. In tanti qui a Sepang sono andati bene, quindi aspettiamo... Marc Marquez è ripartito da zero e - credetemi - non è così semplice, ma sarà sicuramente là davanti per il via del Mondiale".
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Lo avevamo lasciato a Valencia il 26 novembre scorso affranto dopo essere uscito sconfitto dalla corsa al titolo contro Bagnaia, lo abbiamo ritrovato sorridente e determinato a Sepang: Jorge Martin riassume ai microfoni dell'Organizzatore del Mondiale la sua tre giorni malese.
"Leggere uno e 56 sul cruscotto è stato molto bello ma, più della performance nel time attack, era importante ricavare indicazioni decisive sulla configurazione aerodinamica da utilizzare e direi che abbiamo capito che la GP24 ha tanto potenziale. Era il nostro obiettivo qui e lo abbiamo centrato. Siamo messi meglio rispetto al precampionato di un anno fa. Ho messo a confronto la moto 2023 e la sua evoluzione 2024 e quest'ultima è un po' più veloce. Certo, essendo leggermente diversa, soprattutto nei primi due giorni di prove ha richiesto un po' di tempo e di adattamento a livello di stile di guida ma è più stabile e mi permette di andare più forte, quindi la preferisco: useremo questa".
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Molto approfondita e interessante l'analisi finale di Marc Marquez, soprattutto quando l'otto volte iridato mette a confronto Ducati e Honda, Valencia con Sepang (e con Losail) e quando e si mostra molto umile e disposto a sudare in pista... nonostante il palmarès!
"Abbiamo fatto un gran lavoro questi tre giorni, procedendo per gradi: era la chiave di questa sessione. Non ci siamo mai fatti prendere la mano dalla precipitazione e dal... panico. Sono rimasto calmo anche quando - il primo e il secondo giorno - ero molto indietro nella classifica dei tempi. A me interessava capire la moto. Lo so che a Valencia il primo test era andato meglio ma qui a Sepang è tutta un'altra storia. Questo non è di sicuro il mio circuito preferito, per una qualche ragione qui non sono mai andato troppo bene. A parte questo, siamo andati in progressione già nello scorso weekend.
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"Questa settimana il long run sul passo gara - in configurazione sprint - è andato piuttosto bene. Non era previsto dal piano di lavoro originale: l'ho chiesto io perché volevo 'giocare' un po' con la moto, fare traiettorie diverse, sentirmi libero di inventarmi qualcosa per aumentare la confidenza con la moto. E per farlo hai bisogno di fare un po' di giri di fila. Alla fine ero un po' stanco ma va bene così, anche se i tempi alla lunga salgono: serve ad imparare e a progredire. Stare fermi in fondo al box non serve a nulla. Serve invece girare, girare, girare. È la via da seguire, per me. È molto diverso da prima: con la Honda ormai raggiungevo il limite già dopo due giri, la Ducati richiede più tempo. Poi nella giornata finale sono riuscito a sfruttare piuttosto a fondo entrambe le mescole nel time attack. Sono ancora lontano dai migliori: mezzo secondo è troppo ma dai, per ora non mi lamento. Le mie sensazioni al momento sono buone. Ora andiamo in Qatar per il test finale. Anche quello di Losail è un circuito che non amo molto e dove si fa sempre fatica con le gomme, che hanno un degrado molto alto. Meglio così: è più utile provare su circuiti un po' ostici. È così che si impara più rapidamente. Molto più che a Valencia, che è una delle mie piste preferite e quindi... non fa testo ed è poco interessante per il lavoro che ho ancora davanti prima del via".
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Unico pilota in grado di dare battaglia all'armata Ducati nel ranking, Aleix Espargaró giudica molto positivamente i test Aprilia e si mostra leggermente più ottimista dell'AD Aprilia Massimo Rivola.
"Sono molto soddisfatto: penso si sia trattato in assoluto del mio miglior test precampionato. Complimenti a tutto il team per il lavoro che hanno fatto a Noale nelle scorse settimane. La RS-GP in versione 2024 è molto promettente, non vedo l'ora di tornare in sella in Qatar. Ho chiuso i test con la simulazione Sprint e - nonostante avessi a disposizione solo pneumatici usati - sono andato sei-sette secondi più veloce dell'anno passato. Ho girato su tempi non lontani dalla mia qualifica del 2023! Certo, abbiamo tanto lavoro da fare: le Ducati sono tutte là davanti ma io son stato l'unico a mischiarmi con loro nella classifica dei tempi. Massimo Rivola ha ragione quando dice che Aprilia deve ancora inseguire. Non siamo al loro livello e quindi non siamo pronti a lottare per il titolo ma abbiamo ancora un po' di tempo davanti. Certo, sarà tutt'altro che facile".
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Nel finale della sua intervista, Espargaró si mostra impressionato dalle qualità del rookie GASGAS Pedro Acosta:
"Ho seguito Pedro per qualche giro. Fa già cose straordinarie, disegna traiettorie assolutamente non da rookie! Certo, qui ha girato per sei giorni ma è incredibile quanto rapidamente stia assimilando la MotoGP. Non lo scopriamo oggi ma... è uno da tenere d'occhio durante la stagione!"