La sfida a tutto campo tra l'attuale compagno di squadra di Bagnaia e il prossimo solleva qualche interrogativo "sfizioso"
di Stefano Gatti© Getty Images
Due soli punti di differenza dopo sedici Gran Premi: è una sfida gomito a gomito (letteralmente!) quella tra... Enea Bastianini e Marc Marquez, nominati in stretto ordine di classifica. Molto stretto appunto. Peccato che - a quattro stazioni dal capolinea - si tratti ormai "solo" di quella per il terzo gradino del podio finale alle spalle dei due mattatori Jorge Martin e Francesco Bagnaia. Questo ha detto l'uno-due asiatico di Mandalika e Motegi, con i due a perdere in entrambe le occasioni terreno dai mattatori di questa stagione, dandosele metaforicamente di "santa ragione" nel tentaivo di restare agganciati alla corsa al titolo. Ad osservarlo con sguardo provocatorio (e questa è la sede deputata a farlo), il duello tra il romagnolo in uscita dal team factory Ducati e l'otto volte campione del mondo che si prepara a prenderne il posto a fianco di Bagnaia offre però un altro spunto: qual è la "ratio" dietro alla staffetta (meglio: al cambio della guardia) tra Bastianini e Marquez, se la "forbice" di rendimento tra i due è così ristretta?
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Seguendone le recenti sfide in pista, sembra quasi che - provando in tutti i modi a tenersi dietro Marc, Enea sia in fuga dal proprio passato e che viceversa lo spagnolo - puntando l'italiano - rincorra il futuro e una seconda primavera. Di fatto, alla base della scelta della catena di comando di Borgo Panigale non c'è una questione di potenzialità tout court: quello di Bastianini è "biologicamente" superiore a quello di Marquez, che però nel corso di questa stagione ha dimostrato con i fatti (e i passaggi sul podio) che la sua fama è tutt'altro che placata.
E allora perché?
Beh, sembra quasi di poter intravvedere nella scelta ducatista la chance (vecchia quanto il motorsport stesso) di dimostrare da parte di una squadra o di una Casa che è la propria moto (o la propria macchina) a vincere, prima e più di chi ci si trova sopra oppure al volante. È quasi una logica di mercato. Mettere Marquez sulla Desmosedici GP25 per... spostare il focus sul brand e al tempo stesso ricaricare Bagnaia a livello di motivazione. Senza tralasciare l'interesse dell'Organizzatore Dorna a vivacizzare "programmaticamente" la prossima stagione, anche le prossime, con una inedita sfida tra recentissimo passato e stretta attualità, in attesa che maturino i tempi e con loro... Acosta!
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Resta solo da dire del precedente "imperfetto" ma significativo del 2011, quando Valentino Rossi prese il posto di Casey Stoner sulla Rossa di Borgo Panigale, da 2007 al 2010 vincente solo tra le mani dell'australiano. Come andò a finire ce lo ricordiamo tutti e altrettanti preferirebbero dimenticarlo: il matrimonio tra il "Dottore" e la Ducati non ingranò mai le marce alte, Stoner vinse proprio nel 2011 il suo secondo titolo nella premier class... con la Honda. Certo, tredici anni fa Rossi andò a prendere il posto del pilota di riferimento (di qui... l'imperfezione di cui sopra) e non ad affiancarlo come nel caso di Marquez (che oltretutto la Ducati la conosce già e piuttosto bene), però l'azzardo ducatista è sotto gli occhi di tutti e destinato ad accendere un 2025 che già attendiamo con moltissima curiosità.