Solo il vincitore in doppia cifra nei giudizi di un GP parecchio "falloso" e movimentato
di Stefano Gatti© Getty Images
MARCO BEZZECCHI: 10
Rilancia la sua candidatura iridata con una performance tutta in progressione e un finale da campione consumato: in totale controllo. Dietro c'erano un otto volte campione del mondo come Marc Marquez e un emergente (quanto lui) come Jorge Martin, con il quale Marco darà sicuramente vita a sfide per la vittoria in un futuro che di fatto è già presente. Imprendibile in pista, "Bez" sembra anche mentalmente focalizzato sulla missione-titolo (chi lo avrebbe detto, un mese e mezzo fa?) e maturo per reggere il peso della sfida.
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FRANCESCO BAGNAIA: VOTO 6,5
Una stagione fin qui sull'altalena per il campione del mondo in carica. Ennesima incompiuta, dopo la pole del sabato, sfociata nel terzo posto dell Sprint. Non ha colpe evidenti nell'incidente che lo costringe alla resa con una caviglia malconcia, come non ne ha lo sparring partner Vinales e nella misura in cui entrambi ne sono in fondo responsabili. Fa riflettere però - a fronte di classe, talento e... titolo - una certa mancanza di peso specifico, di carisma. Qualcosa che insinua negli avversari la consapevolezza che Pecco sia attaccabile. Manca la riprova: arriverà con il rientro in gara del compagno di squadra Bastianini.
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MARC MARQUEZ: VOTO 7
Pratica la filosofia del "tutto o niente" che - autolesionista se applicata a chi ha vinto poco o ancora nulla - fa onore ad un otto volte campione del mondo che dimostra ancora una discreta fame di vittoria a dispetto di una ormai conclamata fragilità. Lotta senza risparmio con Martin e chiude per terra il GP del rientro in gara dopo il patatrac di inizio stagione a Portimao. La corsa al titolo numero nove è fortemente compromessa ma il ritorno alla vittoria potrebbe "accenderlo" e aggiungere parecchio sale al Mondiale.
JACK MILLER: VOTO 5
A Le Mans si era imposto non più tardi di due anni fa e ad inizio gara si è pure affacciato al comando ma non era proprio giornata, anzi non era fine settimana: passaggio a vuoto nella Sprint con sgradita replica domenicale. Una battuta d'arresto anche nella progressione della KTM che però si salva in corner con il secondo posto nella Sprint e il sesto nel GP full distance di BRAD BINDER (VOTO 6,5). Si attendono controprove ma i candidati al titolo dovranno probabilmente fare i conti anche con il coriaceo sudafricano.
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JORGE MARTIN: VOTO 9
Non perde la concentrazione dopo la prova d'autore della Sprint, si rilancia dopo un "lungo" iniziale, affronta a muso duro Marquez ed è il pilota che lascia Le Mans con il bottino di punti più ricco: ben trentadue. Non tiene il suo passo ma fa per bene il suo compito anche il compagno di squadra JOHANN ZARCO (VOTO 7,5). Come Jorge, il francese ha il compito facilitato dalla dura selezione iniziale ma - in quei frangenti - contavano anche molta abilità e una certa dose di fortuna per non rimanere coinvolti.
MAVERICK VINALES: VOTO 6,5
Solo nono nella Sprint, lo spagnolo prova ad andare a caccia del podio nel GP domenicale ma le sue velleità si infrangono in occasione del doppio aggancio con la Ducati di Bagnaia. Incidente di gara: tutti più o meno concordi (a denti stretti!) ma solo dopo un accenno di "fight club". Nel dopogara Maverick si fa portavoce di un campanello d'allarme: quello legato all'eccessiva tensione che serpeggia tra i piloti a causa della frenesia di un format di gara che - con l'introduzione della Sprint del sabato - assomiglia sempre di più ad una bomba innescata.
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AUGUSTO FERNANDEZ: VOTO 8
Campione del mondo della Moto2 l'anno scorso, il venticinquenne pilota madrileno è la vera rivelazione di Le Mans: Sfiora il ritorno su un podio che l'anno scorso ha frequentato ben nove volte (quattro sul gradino più alto). Come e più dei tre che lo precedono al traguardo, Augusto deve qualcosa alla (per fortuna incruenta) "mattanza" iniziale ma in fondo in una domenica così stare il più possibile lontano dai guai era la seconda cosa più importante: dopo la necessità di tenere il gas aperto il più a lungo possibile, ovviamente. E lui questo ha fatto, puntualmente
FABIO QUARTARARO: VOTO 6,5
Fino a quando? Fabio fa buon viso a cattiva sorte, mette in carniere altri nove punti e tiene in qualche modo botta. Dopo cinque gare ha gli stessi punti di Miller che guida la KTM, e di Vinales con la Aprilia. Un duro vero, il Diablo, ma il passo lento della Yamaha è destinato a penalizzare ancora il campione del mondo di due anni fa che davanti al pubblico di casa chiude settimo nell'anonimato: lontano dal centro della scena e anche dal connazionale Zarco.