La tappa texana del Mondiale si presta storicamente a risultati... fuori dagli schemi
di Stefano Gatti© Getty Images
Primo Rins, secondo Marini, terzo Quartararo. Un podio da sogno, anzi da fantascienza: è quello del Grand Prix of the Americas di dodici mesi fa. Roba che i due attuali piloti Yamaha Monster ed a maggior ragione quello italiano di HRC Honda non osano nemmeno lontanamente sognare. O forse sì, altrimenti - come si dice in questi casi - farebbero altro nella vita. Il punto è che - eventi straordinari a parte - la rosa dei favoriti per il terzo atto del Mondiale 2024 dopo Losail e Portimao è più ortodossa, anche se non per forza di cose ristretta a Francesco Bagnaia (vincitore in Qatar) e a Jorge Martin che ha riequilibrato la sfida spuntandola in Portogallo e prendendo già il largo in vetta alla classifica generale, anche grazie al "patatrac" tra Marquez (Marc) e lo stesso Bagnaia all'Autodromo dell'Algarve, nelle battute finali della seconda tappa iridata. Nei suo primi dieci anni di esistenza, il GP delle Americhe ha alternato edizioni in linea con il trend delle singole stagioni ad altre per così dire di "rottura".
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Complice la cancellazione del Gran Premio d'Argentina (che ha di fatto dimezzato la trasferta americana) il Mondiale riprende il suo cammino dopo tre settimane di pausa con una prova che - l'ordine d'arrivo di dodici mesi fa ne è la riprova - potrebbe rilanciare che fin qui non ha brillato. Proviamo a scommettere allora sul team ufficiale Yamaha. Alex Rins ha senza ombra di dubbio una spiccata predilezione per il Circuito of the Americas texano. Vi ha trionfato un anno fa con la Honda LCR (unica vittoria del 2023 per la Casa giapponese, sia nel formato classico che in quello sprint), a quattro anni di distanza dalla vittoria 2019 con Suzuki. Non solo: un anno fa Alex è salito anche su gradino centrale del podio, secondo alle spalle di Bagnaia e davanti a Martin.
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Motivazioni extra in Texas anche per Fabio Quartararo: per via del beneaugurante terzo posto del 2023 naturalmente, ma ad aggiungere un altro "Stetson" (il classico cappello da cowboy riservato ai primi tre al traguardo) il Diablo punta anche per suggellare con un bel risultato in pista il recente rinnovo con il team factory Yamaha per montare in sella alla M1 ufficiale anche l'anno prossimo e nel 2026, con l'obiettivo di tornare a lottare per titolo della premier class che il nizzardo ha vinto nell'ormai "lontano" 2021.
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Austin val bene una "puntata" virtuale su Pedro Acosta. Il rookie spagnolo di GasGas TECH3 ha costantemente innalzato la propria performance in Qatar e in Portogallo: nove punti raggranellati a Losail, più del doppio (diciannove) a Portimao, per una top five nella classifica generale che lo vede precedere di una lunghezza Marc Marquez (del quale è indicato come l'erede naturale-chissà cosa ne pensa Martin) e inseguire Bagnaia che occupa con 37 punti la terza casella e si trova un po' inaspettatamente dietro (anche se di sue sole lunghezze) al compagno di squadra Enea Bastianini, terzo alle spalle del regolarissimo Brad Binder (KTM), quest'ultimo con 42 punti primo inseguitore del leader Martin.
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Tornando ad Acosta, il diciannovenne talento di Mazarrón ha le carte in regola per fare un ulteriore passo verso l'alto, soprattutto sui gradini del podio, sul quale Pedro ha messo per la prima volta piede in premier class domenica 24 marzo a Portimao: terzo alle spalle di Martin e Bastianini nel GP full distance. Non sarebbe la prima volta per lui ad Austin, visto che ha trionfato un anno fa nella Moto2 con la Kalex del team Red Bull Ajo. Però certo, sarebbe tutta un'altra storia, peraltro ancora ai suoi primi ma già significativi capitoli.
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Last but not least (ci mancherebbe altro) Marc Marquez. D'altra parte il Cannibale lo abbiamo già tirato in ballo a più riprese. In fondo è tutto nei numeri e l'albo d'oro del GP delle Americhe è lo specchio fedele della carriera del campione spagnolo nella premier class: sette vittorie in otto anni: sei consecutive dal 2013 al 2018 e poi a più recente nel 2021, dopo il già citato successo di Rins nel 2019 e la cancellazione-Covid del 2020. Poi più nulla nelle ultime due stagioni, quelle contrassegnate dalla profonda crisi Honda.Ora però con Ducati la musica è cambiata e Marc sta rapidamente trovando gli accordi giusta con la Desmosedici Gresini. Tra gli outsider di (gran) lusso di Austin c'è anche lui!
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