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Il Direttore Generale di Ducati Corse sorprendentemente esplicito sull'approdo dell'otto volte iridato sulla Rossa... celeste
di Stefano Gatti© Getty Images
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"Marc è stato uno dei piloti più forti della storia. Quindi che lui voglia fortemente salire su una Ducati non può che far piacere. Ha deciso di lasciare Honda per una Ducati non ufficiale: a maggior ragione questo sottolinea il fatto che voglia la nostra moto. Questo è quello che ho sentito, poi chiaramente non c'è ancora l'ufficialità. Credo ci siano tantissime cose da fare e credo sia un contratto complicato da rompere. Nell'eventualità che lui lo voglia rompere chiaramente... Però mi sembra che le dichiarazioni fatte siano queste". Intervistato da Sky nel dopogara di Motegi, Gigi Dall'Igna ha in buona sostanza (se non proprio di fatto)... ufficializzato l'approdo dell'otto volte campione del mondo nell'orbita Ducati nel 2024, in sella a una dele Desmosedici celesti di Gresini Racing. Il direttore genrale di Ducati Corse non ha peraltro mancato di sottolineare come ad avere 'lultima parola saranno lo stesso Marquez e più ancora le clausole dell'attuale contratto che lo lega a Honda HRC. Intanto si possono analizzare pro e contro di una svolta epocale che apre su un finale di carriera tutt'altro che "comodo" per Marc, il quale ovviamente - guardado ben oltre le traversie degli ultimi tre anni e mezzo - non ha abbandonato l'ambizioso traguardo del nono titolo (per fare pari con Valentino) e magari addirittura del decimo: casomai in sella alla KTM. Per ora è meglio limitare il focus al prossimo anno e quindi tornare alle parole di Dall'Igna.
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"L'arrivo è tutto da definire, non c'è ancora l'ufficialità. Ma a parte questo noi siamo concentrati sul campionato in corso, che ha ancora molte cose da dire. E dobbiamo ancora fare tante gare. Marquez è, per tanti motivi, un pilota ingombrante: sicuramente c'è la preoccupazione che possa in qualche modo rompere qualche equilibrio che c'è all'interno di tutti i team Ducati. Ma questo eventualmente farà parte del gioco e starà a noi essere bravi a gestire la situazione".
Nel finale della sua conversazione, Dall'Igna va quindi oltre l'arrivo di Marquez nelle file del team fondato da Fausto Gresini, iniziando a prefigurare rischi ma soprattutto opportunità dell'ingresso di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi nel sistema-Ducato che si è fin qui retto su equilibri molto solidi e molto ben gestiti dall'alto. Perchè se è vero che il team Gresini rappresenta una grande sfida per Marc, altrettanto lo è per il team italiano. Anche un solo anno di collaborazione con un otto volte campione del mondo ed un pilota di grandissima esperienza che si porta dietro il know-how Honda) rappresenta una imperdibile opportunità di crescita per l'intero staff del team. Nessuno escluso, compreso... suo fratello Alex.
Sì perchè Marc e il fratello minore (di tre anni) farebbero squadra insieme e... non per la prima volta. Nel 2020 infatti, fresco campione del mondo della Moto2 (lo era stato anche della Moto3 nel 2014), Alex raggiunse Marc nel team ufficiale Honda: un bel salto, per affrontare il quale il più piccolo dei fratelli Marquez contava molto sull'aiuto dell'otto volte iridato, che però riportò la frattura all'omero del braccio destro nel primo GP stagionale a Jerez de la Frontera: l'ingresso in un tunnel del quale solo quest'anno (e solo in parte) il campionissimo di Cervera sta venendo l'uscita e un "vulnus" non da poco per lo stesso Alex, rimasto da solo a tenere alta la bandiera HRC, con esiti per forza di cose poco brillanti.
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Resta da dire - in attesa dell'ufficialità del passaggio di Marc Marquez alla Ducati, senza darlo ancora per scontato - che il progetto contiene anche un risvolto intrigante che profuma di storia. Sì perché poco più di una decina di anni fa fu... Valentino Rossi a salire in sella alla Rossa di Borgo Panigale (quella ufficiale, nel suo caso!) per provare a ripetere la saga di Casey Stoner. Il Dottore aveva già completato la sua collezione di titoli iridati (nove, appunto) ma raccolse nel 201 e nel 2012 solo delusioni e poco altro, tornando in Yamaha dopo un biennio decisamente sottotono, illuminato da pochi e isolati lampi di competitività al massimo livelolo. La sfida ducatista di Marquez contiene anche questo ingrediente, ed è certamente quello più pepato!