Il primo atto ufficiale del 2025 consegna una lunga "to do list" ai test della prossima settimana in Thailandia
di Stefano Gatti© Getty Images
Più dubbi che certezze nel bilancio finale della tre giorni di test che - a Sepang - ha di fatto dato il via alla nuova stagione della MotoGP, ma soprattutto la necessità - da parte delle squadre - di scaricare ed elaborare in fretta i dati, perché al primo semaforo del Mondiale mancano ormai solo poco più di una ventina di giorni e alla metà della settimana entrante è in programma l'ultimo test precampionato, peraltro proprio al Chang International Circuit di Buriram che nel weekend a cavallo tra fine febbraio e inizio marzo ospita il Gran Premio della Thailandia.
© Getty Images
Poche certezze e un "bel" carico di dubbi significa anche uno scenario più accattivante e dinamico. Ducati ne farebbe volentieri a meno, occupando (da anni) una posizione dominante, sia sotto il profilo delle moto in pista sia (soprattutto) dal punto di vista della qualità. In realtà Borgo Panigale resta l'ombelico del mondo della premier class (e lo si è visto dal ranking finale di Sepang) ma un po' di pretattica non guasta e i "tormenti" interiori di Francesco Bagnaia e Marc Marquez si scontrano con uno strapotere che non sembra in dubbio: ciò che da italiani non può che fare piacere, al netto del desiderio di vedere presto una sfida diretta e continuativa con Aprilia. Ma andiamo con ordine.
© Getty Images
In Malesia Bagnaia e Marquez hanno messo alla prova la Desmosedici GP, trovandola altrettanto efficace della versione precedente in termini di assetto e frenata ma leggermente inferiore nel motore, tanto che l'orientamento generale - suggerito a fine testa dal team manager Davide Tadozzi - è quello di risolvere il puzzle optando per il motore 2024. Intanto questo tipo di priorità ha completamente assorbito i pensieri dei due piloti, una coppia potenzialmente esplosiva (nel bene e nel "male") che a Sepang si è divisa i compiti, manifestando pubblicamente un buon feeling di base, da confermare ovviamente quando il cronometro inizierà a fare davvero la differenza.
© Getty Images
Pochi dubbi insomma (questo sì, almeno da parte nostra) che almeno a ruote ferme la sfida per il titolo sia prima di tutto un affare tra il tre volte campione del mondo italiano e il "Cannibale" spagnolo. I test malesi hanno però segnalato l'ottimo stato di forma iniziale del cliente Gresini: Alex Marquex e Fermin Aldeguer formano un binomio volitivo, che potrebbe sorprendere nel corso della stagione, mentre Franco Morbidelli (apparentemente rigenerato dal ritorno all'ovile VR46) sembra poter prendere in mano le redini del team più fluo del Mondiale, anche per via della sfortuna che non sembra voler mollare Fabio Di Giannantonio.
© Getty Images
E la concorrenza? A proposito di infortuni, la pista è tutta in salita per Aprilia. Con Jorge Martin subito ko a Sepang e assente anche la prossima settimana in Thailandia, tutta la responsabilità di deliberare la RS-GP italiana per il via del Mondiale pesa sulle spalle di Marco Bezzecchi. KTM brilla solo (ma fino ad un certo punto) con Pedro Acosta, l'unico al momento in grado di far parlare della moto austriaca per qualcosa di diverso dalla grave crisi aziendale del marchio. Orbita bassa in Malesia anche per il satellite Tech3 di Enea Bastianini e Maverick Vinales. Segnali di ripresa li ha dati Honda, con qualche buona (ok, apprezzabile) performance da parte di Joan Mir (HRC) e di Johann Zarco (LCR).
© Getty Images
Abbiamo lasciato per ultima la Yamaha. Come la stessa Honda, grazie al regolamento delle concessioni, la Casa di Iwata ha messo a frutto il lavoro fatto anche con i piloti titolari nello Shakedown Test (sempre in Malesia) di fine gennaio, che invece per Ducati, Aprilia e KTM era stato ristretto ai collaudatori. Fabio Quartararo è stato di fatto l'unico in grado di "mischiarsi" con continuità ai piloti della Ducati stessa, dando la polvere a quelli di Aprilia e KTM. Sfumato il vantaggio iniziale, il Diablo è un po' tornato nei ranghi e anche davanti ai microfoni si è mostrato un po' scettico sulla svolta interna, che lui meriterebbe più di chiunque altro per l'applicazione e la lealtà alla causa Yamaha lungo anni di crisi profonda per le due Case giapponesi attualmente impegnate nella premier class.