Era chiamato da tutti "Sor Pietro": passione vera e presenza fissa alle gare
Per tutti era il “Sor Pietro”. Passione vera, una presenza fissa alle gare, defilata dentro i box ma talvolta ingombrante nel paddock, perché l’amore per suo figlio Max lo spingeva a proteggerlo nei momenti difficili che nella carriera del campione romano non sono mancati. Battuta sempre pronta, arguta, il romanesco a fare da contraltare al romagnolo diffuso nel motomondiale. Aveva una cura maniacale per i suoi capelli, che qualche volta presentavano tinture improbabili, delle quali lui però era sempre fiero. Personaggio a modo suo, per nulla integrato, sempre pronto ad un confronto, anche acceso.
Essendo il nome di chi scrive primo nella rubrica del telefonino, spesso partiva la chiamata involontaria che si trasformava subito in una allegra chiacchierata, non solo di argomento motociclistico. Ciao Pietro, vai a fare un po’ di casino anche lassù. Max, un abbraccio forte.