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Numeri straordinari quelli dello spagnolo: la sua irresistibile ascesa con un talento inarrivabile
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Vince da cannibale, abbatte le speranze del piccolo fenomeno Quartararo e si mette in tasca il mondiale numero 8 di una straordinaria carriera. Adesso non è più quel ragazzino emozionato e felice che posava con il suo idolo per una foto. Era il 2008, Barcellona, Marc Marquez allora 15enne aveva alle spalle qualche gara in 125, l’ex campione del mondo Emilio Alzamora, che lo curava come una chioccia fa con i suoi pulcini, si diceva sicuro che il suo protetto sarebbe andato lontano...
Undici anni dopo, un’era successiva, se il Dottore è ancora lì a fare la cosa che più gli piace, il 93 sta macinando record. 27 sono le voci statistiche che lo pongono come più giovane pilota di sempre a raggiungere un certo traguardo, a stabilire un primato. Numeri straordinari: 201 gare disputate, 79 vittorie, 89 pole position, 70 giri veloci. Frutto di una irresistibile ascesa, di una feroce rincorsa, favorite da un talento inarrivabile. Ancora oggi, dopo l’ottavo titolo mondiale, non si conoscono i limiti di Marc, capace di spostare sempre più in là i confini della guida di una MotoGP.
La ricerca di se stesso va a 18.000 giri, a 60 gradi di inclinazione in curva, a 340 all’ora prima di aggrapparsi ai freni. La voglia di distruggere gli avversari, la medesima che nutriva il 46 nei suoi anni migliori, macina secondi, decimi, centesimi, fino a far trascurare il fattore rischio. Cadute, allora, tante, due anche in Thailandia prima di lanciarsi verso il trionfo. Lui è fatto così, prendere o lasciare, se c’è ancora qualcosa da sfaccettare in questo diamante lo sa solo Marc Marquez Alentà da Cervera, paesino della Catalogna profonda che si coccola il suo eroe, la cui prossima impresa sarà quella di pareggiare i conti con Valentino, Carlo Ubbiali e Mike Hailwood nell’albo d’oro. Più lontano Angel Nieto con i suoi 13 titoli e ancora più su Giacomo Agostini a quota 15.