Sbrigata la pratica-Miller (compagno di squadra di valore ma tutt'altro che scomodo), Pecco ha affilato le armi puntando su una sapiente miscela di talento ed intelligenza, coraggio e capacità d'analisi. Con ogni probabilità più lucido e riflessivo del rivale Fabio Quartararo (per suo conto più istintivo e sanguigno), Bagnaia ha tenuto salda la barra davanti alle prime difficoltà stagionali ed ha reperito nel proprio animo e nella dedizione della sua squadra le risposte ai passaggi a vuoto di Le Mans, Barcellona e Sachsenring, sui quali erano incespicate le prime due vittorie di quest'anno. La quadra della sua candidatura iridata Pecco l'ha probabilmente trovata nel mese di giugno, facendo tesoro dei passi falsi, mettendo il punto e voltando pagina dopo ogni "caduta": metaforica e non. La pasta dei campioni, appunto.