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MotoGP, le pagelle del COTA: Bastianini bestiale, Marquez da incorniciare, Espargarò delude

In America è la gara delle rimonte, dei ritmi incessanti e delle zampate vincenti, con Bastianini e Marquez che si prendono la scena ad Austin

di Luca Bucceri
11 Apr 2022 - 11:42
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© Getty Images
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ENEA BASTIANINI: VOTO 9 O primo o niente? In quattro gare arrivano due vittorie e due prestazioni opache, ma quella di Austin è una vera e propria meraviglia per il pilota del team Gresini che in sella alla sua Ducati è davvero una "Bestia". Strategia perfetta per il romagnolo, che ha aspettato e ha saputo leggere i momenti della gara fino a sfruttare, a sette giri dal termine, la maggior velocità della propria Desmo per piazzare la zampata vincente.

ALEX RINS: VOTO 8,5 Dal settimo posto in griglia di partenza al secondo gradino del podio per lo spagnolo che sembra aver ritrovato la giusta verve in sella alla sua Suzuki. Già a Termas de Rio Hondo aveva sorpreso, ad Austin si conferma con una rimonta super condita da tanti sorpassi, staccate al limite e tanta tanta velocità che in Suzuki sembrava quasi essere stata dimenticata. Un vero e proprio martello in pista, fiato sul collo costante sugli inseguitori che non hanno potuto nulla al cospetto della sua voglia di vincere. L'unico a frenarlo è stato però Bastianini.

MARC MARQUEZ: VOTO 8,5 Non ha vinto, ma il sesto posto finale ha un po' il sapore del successo. Se dalle parti di Austin lo chiamano "capitan America" un motivo ci sarà, e non solo perché è il pilota più vincente della storia del COTA. Il "Cabroncito" conosce a memoria il tracciato tanto da sfruttarne a pieno ogni centimetro anche in una giornata che sembrava essere partita in maniera choc col problema alla frizione della sua Honda. Dall'ultimo posto, giro dopo giro, al sesto finale, in una gara da rientrante che ha mandato un chiaro messaggio ai piloti in pista: Marc sta tornando.

JACK MILLER: VOTO 7,5 Una vittoria sfumata? Forse, ma la gara condotta dal semaforo verde alla bandiera a scacchi non può lasciare alcun rimpianto all'australiano. Subito avanti a dettare il tempo, per il ducatista è più una beffa sul finale, ma l'ennesima prova che lavorando a testa bassa su questa Desmosedici tutto è possibile.

JOAN MIR: VOTO 7 Come il compagno di box, anche l'iridato ha sfruttato al massimo la sua Suzuki, volando e minacciando tutti grazie alla sua velocità. Il quarto posto finale è la ciliegina sulla torta di una gara condotta senza esclusione di colpi, tra sorpassi e controsorpassi giunti al momento giusto, quando i piloti davanti a lui non ne avevano più.

FRANCESCO BAGNAIA: VOTO 6,5 Tutti si aspettano di più dal vicecampione del mondo, ma la domenica americana può di certo essere vista come un bicchiere mezzo pieno. Pecco sta tornando a prendere confidenza con la Ducati, ritrova quello stile di guida che lo ha contraddistinto nel finale della scorsa stagione, ma ancora qualcosa in più può essere fatto. Rispetto a Miller è ancora un pelo in difficoltà sulla GP22, ma la gara di Austin fa sperare in un prosieguo europeo con più soddisfazioni rispetto ai fine settimana corsi lontano dal Vecchio Continente.

FABIO QUARTARARO: VOTO 6,5 Gara opaca quella del campione del mondo in carica, a causa di una Yamaha M1 che soffre ancora la velocità delle altre moto. Ma a mettere una pezza là dove non arriva la moto è proprio il talento del francese, che stringe i denti e porta a casa un settimo posto in cui non molti avrebbero scommesso. Dopo aver tenuto sull'attacco di Marquez, "El Diablo" si è dovuto arrendere allo spagnolo, ma sono i sorpassi sulle due Pramac che gli fanno salvare la giornata che se no sarebbe stata, suo malgrado, tragica.

JORGE MARTIN: VOTO 6 Uomo da qualifica di sicuro, in gara però c'è ancora qualcosa da sistemare. L'ottimo secondo posto nel GP dell'Argentina non viene replicato negli States, dove Martìnator era partito alla grande, ma poi si è perso sul più bello. Quando il ritmo si è fatto più incalzante la sua Ducati Pramac è scomparsa dai radar, imbucata via via dagli accorrenti Rins, Mir, Bagnaia, Marquez e Quartararo. A regalargli la sufficienza, a dir la verità, è la prestazione super in qualifica.

JOHANN ZARCO: VOTO 5,5 Male, molto male. Se l'avvio di gara si era fatto promettente, il francese ha poi peccato di superbia convinto da un potenziale di una moto che però lo ha deluso. Velocità sì, ma staccate al limite che gli hanno fatto perdere posizioni su posizioni. Una gestione di gara, vedendo il risultato a metà GP, deludente.

MAVERICK VINALES: VOTO 6 Delle due Aprilia in pista è di certo quella che si salva. In griglia scala le posizioni e dalla quattordicesima risale fino alla decima finale senza però dare ulteriori spunti. Maverick continua a mostrare evidenti passi in avanti in sella alla RS-GP22, ora serve tempo per tornare il Vinales dei tempi d'oro.

ALEIX ESPARGARO: VOTO 5 Rimandato dopo una gara da incorniciare come quella in Argentina. Ci si aspettava tanto dalla sua Aprilia, ma la gara è stata davvero anonima e chiusa con l'undicesima posizione che non può di certo lasciare soddisfatto il team di Noale. Mai in lotta con i migliori, lo spagnolo fa un deciso passo indietro rispetto all'appuntamento di Termas de Rio Hondo.

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