Martin a sorpresa a Milano per lanciare l'Aprilia Tuono 457
© Ufficio Stampa Aprilia
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Lo spagnolo del team Aprilia è sicuro: "Tornerò più forte di prima"
Il 2025 di Jorge Martin da campione MotoGP non è di certo iniziato nel migliore dei modi, col doppio infortunio per il pilota madrileno che lo ha costretto a dare forfait per i primi appuntamenti del Motomondiale. Sarà ancora assente ad Austin, ma per il neo Aprilia l'obiettivo è tornare in sella alla RS-GP in Qatar. Ma soltanto le visite mediche, e l'effettivo stato di salute dello spesso Martinator, diranno se sarà o meno possibile, perché di prendersi rischi (il caso Marc Marquez nel 2020 insegna) non c'è proprio voglia. E nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Martin si è mostrato in trepidante attesa di tornare a guidare e abbracciare al 100% il progetto Aprilia: "Il recupero prosegue più lento del previsto, ma i tempi sono questi, e sarebbe un errore accelerarli, si rischierebbe di rendere tutto ancora più lungo. Sicuramente salto Austin, conto di esserci in Qatar, ma solo se non comporterà rischi. Farò una visita dopo Austin. In Aprilia c'è un gran progetto, con gente bellissima, una famiglia. Io posso solo portare la mia esperienza di campione del mondo, una cosa che non tutti possono dire. Adesso dobbiamo pensare a quello, al progetto, a fare del nostro meglio per attuarlo. Vincere diventerà una conseguenza”.
Con l'avvio dell'anno col freno, però, vedere subito l'Aprilia di Martin davanti a tutti al rientro dello spagnolo non sarà semplice. E lo stesso campione iridato non si nasconde: "Rispetto agli altri mi mancano almeno 5000 km. Quindi tornare al più presto, prendere confidenza con la moto. Dire che l’obiettivo è tornare e provare a vincere sarebbe il modo miglior per re-infortunarmi. Non posso garantire la vittoria, non posso garantire il 5° posto. Posso garantire che farò il massimo, che cercherò sempre di essere la miglior versione di me stesso. E come ho detto vincere diventerà una conseguenza. Mi dispiace solo aver cominciato così, con questi infortuni che ci fanno perdere tempo. Ma tutto succede per una ragione. Ci faranno tornare più forti di prima”.
Ma di certo, una volta tornato a disposizione, Martin darà tutto per la causa Aprilia. E non solo, perché qualche sassolino da stivali e guanti andrà tolto, ricordando l'amarezza per l'approdo in Ducati factory saltato dall'oggi al domani: "Sembrava che tutto andasse in quel verso, poi all’improvviso al Mugello è cambiato tutto… La vita è così. Bisogna adeguarsi, e imparare. Mi sono concentrato su quel che dovevo fare: vincere il Mondiale. Non porto rancore per nessuno. Qualcosa dentro mi diceva che non saremmo riusciti a chiudere. Dev’esser stato una specie di sesto senso".
E lui, che come ha spiegato alla Gazzetta, se l'aspettava, è subito corso ai ripari: "L’ho capito prima che me lo dicessero chiaro, tant’è che nel frattempo ero già andato a bussare al camion di Massimo Rivola, a.d. Aprilia. E poi alla fine a me piacciono le sfide, e non c’è sfida più grande di provare a rivincere con una moto che non ha mai vinto il Mondiale. Quindi sono contento così".
E tra Ducati e Aprilia c'è differenza, infatti parlando della RS-GP ha detto: "Ha un anteriore molto buono, ma rispetto a quella che ho provato sono già stati fatti diversi step. Per questo non vedo l’ora di tornare e di cominciare a capire come devo cambiare il mio stile di guida".
Ma l'intervista con la Gazzetta dello Sport è stata l'occasione anche di guardarsi alle spalle, per far capire a tutti chi è Jorge Martin e la sua voglia di tornare in moto: "Abitavo a 200 metri dal circuito, quel rumore è stato la mia infanzia. Se aggiungi che mio papà correva, da amatore, su Yamaha R1, era chiaro quello che avrei voluto fare. E infatti a 6 anni, a Natale, i Re Magi mi hanno portato la prima motina. Da lì è cominciato tutto". Ma non è stata una vita in discesa, anzi, con lo spagnolo che ha pensato più volte di mollare: "Nel 2011, quando i miei non avevano più un soldo per farmi correre. Avevo solo un modo: vincere le selezioni per la Rookies Cup, che erano ad Aragon. E ancora nel 2014, quando non avevo un sedile. L’ho trovato, all’Aspar, perché ho vinto la Rookies. Se sono andato avanti lo devo al mio talento".
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