Questa la sentenza dei giudici della Fim: era risultato positivo dopo la gara della Malesia
Andrea Iannone è stato sospeso dalle corse per 18 mesi (ma rischiava anche 4 anni) dopo esser risultato positivo a un controllo antidoping in occasione del GP di Malesia del 3 novembre scorso. L'entourage del pilota dell'Aprilia ha appreso con sconcerto la decisione dei giudici della Fim. "La sentenza ha riconosciuto in modo completo e inequivocabile la contaminazione ai danni di Andrea Iannone. Il pilota, pertanto, esce completamente pulito da questa vicenda. In maniera incomprensibile il tribunale ha comunque condannato il pilota a 18 mesi di sospensione perché avrebbe dovuto, sempre a parere dei giudici, informarsi sul rischio di contaminazione alimentare. Tutti gli atleti riconosciuti contaminati sono stati prosciolti, pertanto al momento è un caso unico", si legge in una nota.
Un grosso guaio per Iannone e Aprilia che erano molto fiduciosi dopo l'udienza di qualche settimana fa a Losanna. Ora la sentenza è un duro colpo, con il pilota di Vasto che dovrà stare fermo per ben 18 mesi e la casa di Noale dovrà scegliere il sostituto: tra i papabili il tester Bradley Smith e Lorenzo Savadori che ha svolto i test a Sepang. Il tutto in attesa di quando si potrà correre in seguito all'emergenza coronavirus e anche del ricorso che Iannone ha annunciato.
Proprio il ricorso al Tas, però, lascia ben sperare addirittura anche per un'assoluzione, visto che nella maggioranza di casi simili, il Tribunale di Losanna ha dato ragione al ricorrente,