Il contingente tricolore ha la maggioranza assoluta della top ten ma il vertice è spagnolo
di Stefano Gatti© Getty Images
Non capitava da un po' di tempo e a pensarci bene è una bella novità: all'approdo del Motomondiale con il Gran Premio di Spagna in programma nel fine settimana, ci sono ben cinque italiani nella top ten della classifica generale piloti e addirittura tre nella top five, anche se "solo" alle spalle dei due fratelli Marquez. Francesco Bagnaia è il primo inseguitore di Marc e Alex, ma alle sue spalle ci sono Franco Morbidelli e Fabio Di Giannantonio con le Ducati clienti di Pertamina Enduro VR46: 78 punti per Franco (a diciannove dallo stesso Bagnaia), 48 punti per Fabio.
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L'italobrasiliano Morbidelli è stato autore di un avvio di Mondiale overseas da protagonista, con prestazioni inferiori solo a quelle dei primi tre della classifica, raggiungendo il terzo gradino del podio in Argentina (con "Diggia" quinto) e poi di nuovo in Qatar. Vincitore a Jerez nel 2021 in Moto2, il romano Di Giannantonio lo ha imitato due settimane più tardi negli USA, seguito in quarta posizione da "Morbido". Se vogliamo, in ambito Ducati (e al di là delle sacrosante ambizioni personali) i due piloti "targati" VR46 potrebbero diventare sulla lunga distanza "alleati" preziosi per Bagnaia, come in fondo lo è (lui pure al netto delle sue aspettative personali) Alex Marquez per il fratello maggiore.
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Come detto però gli italiani nell'attuale top ten iridata sono cinque, la metà del totale. Più del doppio rispetto alla Francia (Alex Zarco sesto, Fabio Quartararo ottavo) e alla "marquezcentrica" Spagna che (oltre alla pesantissima assenza del campione in carica Jorge Martin) paga fin qui la partenza "lenta" di Pedro Acosta con la KTM Red Bull e la ormai proverbiale (purtroppo per lui) discontinuità di rendimento di Maverick Vinales (KTM Tech3).
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Detto che il Giappone occupa la nona piazza con in buon avvio del rookie Ai Ogura (Trackhouse Aprilia), a completare il quintetto italiano tra i primi dieci della classifica sono Marco Bezzecchi (settimo con 32 punti) e Luca Marini, decimo con la Honda HRC a quota 26 punti. Entrambi portano sulle loro spalle responsabilità non indifferenti. Soprattutto il romagnolo, al quale i ripetuti infortuni di Martin hanno di fatto consegnato il ruolo di prima (ma soprattutto unica) punta di Aprilia Racing. Una responsabilità appunto forse un po' imprevista ma altamente motivazionale, che Marco sembra avere assorbito. Saranno le prossime due o tre gare (a partire dall'imminente Gran Premio di Spagna) a chiarire un po' a tutti i residui obiettivi del team factory di Noale nel prosieguo di una stagione molto diversa da quella che gli uomini Aprilia si erano immaginati.
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Più circoscritti gli obiettivi di Marini e della Honda. Già vincitore con la Moto2 cinque anni fa a Jerez, Luca merita di togliersi quelle soddisfazioni che si è meritato con la scelta coraggiosa di scendere dalla Ducati (oggi sarebbe ben più avanti in classifica) per giocare la carta del rilancio Honda (della Casa giapponese ma anche suo). Fare meglio del suo compagno di squadra Joan Mir (diciassettesimo con dieci soli punti al suo attivo) però non basta. Nel mirino c'è come minimo la RC231V clienti (LCR) di Zarco, in fondo distante solo dodici punti, come detto P6 di una top ten "cortissima" (soprattutto nella sua parte bassa), combattutissima e in piena evoluzione. Nella quale punta a tornare presto anche Enea Bastianini (KTM Tech3), tredicesimo con 21 punti in saccoccia e ultimo dei nostri, a parte Lorenzo Savadori (la wild card più assidua del Mondiale) con la Aprilia RS-GP che il romagnolo continua a tenere in caldo per lo sfortunato Martin.
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