La prima tappa europea offre una "imperdibile" occasione di rilancio a chi ha deluso nei primi quattro GP
di Stefano Gatti© Getty Images
Non succede spesso ma... succede: con l’arrivo in Europa, su piste più familiari alla stragrande maggioranza dei piloti, gli equilibri emersi nell'avvio "flyaway" del Mondiale sono suscettibili di una sorta di fine tuning che però - questo fine settimana a Jerez de la Frontera - ben difficilmente riguarderà i mattatori dei primi quattro gran premi dell'anno: Marc e Alex Marquez, Francesco Bagnaia e ovviamente la Ducati che non ha fin qui mai lasciato spazio alla concorrenza sul gradino più alto del podio, tanto nel formato Sprint del sabato quanto in quello full distance della domenica. Jerez può - anzi deve - invece rappresentare una nuova ripartenza (si spera quella buona) per piloti e Case che hanno fin qui deluso in termini di performance e risultati davanti alla bandiera a scacchi. L'ultimo treno per il Mondiale insomma, o meglio per salvare una stagione nata male. Occorre subito in qualche modo "stornare" la posizione di Aprilia che paga l'assenza di Jorge Martin, i tempi lunghi del suo rientro e quelli della responsabilizzazione di Marco Bezzecchi, alla sua prima stagione (serve ricordarlo) nel team factory della Casa veneta.
© Getty Images
Scorrendo (più a lungo del... necessario) la classifica piloti, balza subito all'occhio l'anomalia-Acosta. Pedro non è andato al di là di una serie di piazzamenti poco rappresentativi delle sue ambizioni iniziali. Lo spagnolo paga l'aria pesante che continua a tirare in casa KTM e che ha fin quai imprevedibilmente intaccato il rendimento di un duro come il suo compagno di squadra Brad Binder. Vincitore a Jerez con la Moto3, ai passi iniziali della sua rapida scalata verso la premier class, lo spagnolo è fuori dalla attuale top ten: undicesimo con 24 punti, che fanno 99 dalla vetta occupata dal suo connazionale Marquez Sr. Nella sua scia il compagno di squadra sudafricano, dodicesimo appunto con due punti in meno. Entrambi puntano molto sulla prima tappa europea della stagione: Pedro per il fattore-casa, Brad per le ragioni del cuore, pensando alla vittoria di due anni fa nella Sprint Race andalusa.
© Getty Images
A rimorchio di quella degli "ufficiali" KTM va la fame di riscatto dei piloti clienti della Casa austriaca: Enea Bastianini e Maverick Vinales. Al discontinuo spagnolo non ne va una dritta: solo le briciole nei primi tre GP stagionali, poi la doccia fredda della penalizzazione dopo il bel secondo posto nel quarto e più recente appuntamento in Qatar. Maverick langue al diciottesimo posto della classifica piloti con otto soli punti al suo attivo (una miseria), mentre l'ex ducatista Bastianini - vittima sacrificale delle ambizioni assolute di Marc Marquez - è poco più su: tredicesimo con un bottino di 21 punti e alle prese con una stagione tutta in salita.
© Getty Images
A chiedere a Jerez il lasciapassare per un cambio di tendenza è anche il team factory Yamaha di Fabio Quartararo e Alex Rins. Campione del mondo della premier class nel 2021, quell'anno il "Diablo" aveva vinto un po' dappertutto ma curiosamente aveva fatto cilecca proprio a Jerez (tredicesimo, peggior risultato stagionale a parte il ritiro di Portimao), dove invece nel 2020 aveva messo a segno il clamoroso uno-due vincente del GP di Spagna e del GP dell'Andalusia che - nella seconda metà di luglio - aveva dato il via al Mondiale "pandemico". Nel poker di gare overseas che ha dato il via alla stagione in corso, Fabio e la Yamaha hanno mostrato competitività a sprazzi ma una preoccupante difficoltà a tradurre la performance in risultati e punti. Quartararo ne ha fin qui incasellati trenta, che gli permettono di occupare l'ottava posizione della top ten. Una base appena appena sufficiente come rampa di lancio. Per talento e fedeltà alla causa, Fabio merita più di chiunque altro di ritrovare la via del podio e chissà che proprio Jerez non rappresenti il suo punto di svolta.