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Vale Rossi: "Se non sarò competitivo, smetterò a fine anno"

Prima conferenza da pilota Petronas Yamaha per il pesarese: "Deciderò in estate in base ai risultati, ma il decimo titolo non è un'ossessione. Poi in auto, magari con la Ferrari a Le Mans..."

03 Mar 2021 - 12:54
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Saranno mesi decisivi per Valentino Rossi quello che lo attendono da qui all'estate. Mesi che determineranno il suo futuro in MotoGP. “Deciderò durante la pausa estiva cosa fare per il 2022. La mia decisione dipenderà dai risultati: se sarò forte e potrò lottare per podio e vittorie, allora continuerò per un altro anno. Altrimenti smetterò. Ripeto, deciderò attorno all’estate, ma questa è la mia idea. non ho parlato con il team o la Yamaha, magari decidono loro per me... Sarà una decisione difficile, ma non sono preoccupato”, ha detto il pesarese nella sua prima conferenza stampa da pilota del team Petronas Yamaha.

“Ventisei stagioni, sono tantissime. Ma non corro solo per passare il tempo, per me questa sarà una stagione importante, dopo due anni sotto le aspettative. Vorrei essere più forte, lottare per podio e vittorie, cercare di essere competitivi per tutto l’anno. Credo che quest’anno sarà una stagione più “normale” rispetto al 2020. Obiettivo? Sarei contento se arrivassi nei primi cinque in campionato. Gli stimoli sono tanti, ma non corro per dimostrare alla Yamaha che potevo ancora stare nel team ufficiale”, ha aggiunto.

Vincere il decimo titolo è ancora possibile? “Tutti quelli che sono sulla griglia pensano di poter vincere il Mondiale e assolutamente anch’io, perché no? E' difficile, ci sono tanti piloti che vanno fortissimo. bisogna vedere tante cose, come va la moto, come vado io, il team. Sicuramente corro per provare a vincere, ma il decimo non è un ossessione”.

"Sono stato un pilota ufficiale per tantissimo tempo, direi dal 2002 al 2020, 19 stagioni in MotoGP. Ma nelle prime due in 500 ero in una situazione simile a oggi, in un team satellite. Allora era un altro mondo, ma in quel momento mi sentivo bene nella squadra. C'è meno gente attorno alla moto, il modo di lavorare è un po’ differente, puoi pensare più alle prestazioni in gara che allo sviluppo in pista e questo è positivo. Sono contento della mia situazione tecnica, ho un grande supporto da Yamaha e questo team ha dimostrato un grande valore”, ha ricordato.

Adesso si torna in pista: "Abbiamo fatto un lavoro più normale rispetto al 2020, quando c’è stata la chiusura per tanti mesi e non si sapeva nulla sul campionato. Era stato difficile arrivare al 100% alla prima gara. Nel 2021 la situazione è più chiara, abbiamo lavorato duro specie per il fiato. Siamo stati più sulla moto, ho corso di più: mi sento bene, in buona forma, pronto a partire. Adesso abbiamo cinque giorni di test, poi avremo le idee più chiare sulla nostra preparazione”.

Su Morbidelli: "“Ha detto che l’amicizia con me è più importante di vincere in MotoGP... Sono d’accordo con lui, la vera amicizia tra le persone è molto importante, anche per me lo è nella mia vita. Se vuoi avere degli amici veri te li devi guadagnare. Sono amico di Franco da molto tempo, sono contento di essere suo compagno di squadra, è una situazione interessante. Sicuramente sarà più complicato da gestire, perché il tuo compagno di squadra è il tuo primo rivale: per continuare a essere amici, devi essere veramente amico. ma credo sia possibile”.

Un pensiero per Gresini: "Veramente una brutta storia, era in forma, aveva 60 anni, ma è morto per il Covid. Bisogna capire che si può morire anche se stai bene. Conoscevo Fausto da tantissimo tempo, seguivo le gare quando combatteva con Capirossi e tramite Graziano lo conoscevo da piccolo. Per me è stato sempre un rivale come team manager, in 250 con Capirossi, poi dal 2003 al 2006 con Gibernau e Melandri in MotoGP. Era un punto forte nel paddock per l’Italia, ha fatto crescere tanti giovani piloti. E il suo team è anche vicino al nostro, abbiamo parlato spesso: è una grossa perdita per il paddock”.

Sulla nuova M1 e l'arrivo di Crutchlow come collaudatore: "Yamaha aveva già deciso nel 2020 la divisione della moto. Vediamo se possono migliorare quella 2020. Credo che avere due moto differenti crei un pochino di confusione, ma io non proverò la moto di Morbidelli. La priorità non sarà più lo sviluppo della moto. Negli ultimi anni, sono arrivati tanti risultati buoni dai piloti satellite e gli ufficiali hanno faticato. Mi aspetto un grande supporto da Crutchlow, è in forma, veloce e viene dalla Honda: voglio parlare con lui dopo il suo primo test. Molto dipende dalle motivazioni, perché per fare il tester devi trovare le motivazioni di spingere anche se non fai una gara. Lui ha smesso solo a fine 2020, può fare la differenza”

In pista Rossi si troverà di fronte suo fratello Luca Marini e ancora Pecco Bagnaia, due talenti della sua academy: “Questa storia dell’academy c’è un po’ sfuggita di mano: quando abbiamo iniziato non pensavo di correre assieme a loro. ma sono stati bravissimi e la situazione è questa. Per correre contro e rimanere amici ci vuole un’amicizia vera, di questo non sono troppo preoccupato, con Franco sto assieme tutti i giorni, ci sfidiamo con qualsiasi cosa… Anche con mio fratello sarà speciale, sfidarsi con la MotoGP sarà bello”.

Nel suo futuro ci saranno le auto: con la Ferrari che ha appena annunciato il ritorno nell'endurance? “Quando smetterò con la MotoGP mi piacerebbe correre qualche anno in auto, la categoria è quella. Mi piacerebbe la 24 Ore di Le Mans, sarebbe un sogno con la Ferrari, ma bisogna capire quale sarà il mio livello. Lì vanno forte, io sono piuttosto veloce, ma non so se arrivo fino a lì”.

Sarà un campionato senza Marquez? “Bisogna capire quando tornerà. Io penso che quando lo farà, sarà forte come prima, se non perde tante gare può anche lottare per il Mondiale. E' difficile fare una lista dei favoriti, ce ne sono almeno 10, o ti dimentichi di qualcuno o li devi dire più o meno tutti. Ci sono tante moto e piloti diversi che possono vincere. Oliveira non lo metto sopra gli altri, ma sarà un pretendente”.

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