A Firenze, nell'amichevole contro l'Estonia, gli azzurri dimostrano di avere ormai mandato a memoria l'idea di gioco di Mancini
L'aspetto che più balza all'occhio è la disposizione in campo: sarà anche una Nazionale sperimentale ma la disposizione, in entrambe le fasi, è quella solita. Così come gli automatismi e le giocate base. Un dato importantissimo che consente di avere alternative pronte all'uso nei momenti di necessità. Una considerazione che se ne porta dietro un'altra: la gestione Mancini, arrivata dopo il tracollo della mancata qualificazione a Russia '18, in due anni e mezzo ha fatto tanto. Tantissimo. Certo, è una valutazione al netto di una competizione internazionale di alto livello, ma 20 risultati utili consecutivi (con 16 vittorie in 25 partite) non si ottengono per caso.
E non è un caso vedere l'Italia B che attacca come quella con i titolari, con l'esterno basso di sinistra che si alza, la difesa che si stringe e diventa a tre, il laterale d'attacco mancino che taglia nella mezza posizione, la mezzala opposta che va sulla trequarti, i due registi che mantengono la posizione centale e la punta pronta a fare da sponda o a cercare la profondità. La fase difensiva, invece, rimane con il consueto impianto a 4-4-2.
Bello vedere le stesse giocate e le stesse idee portate avanti da chi, di solito, in Nazionale non trova spazio. E qui non resta che aprire una parentesi sui singoli. Cinque gli esordienti contro l'Estonia (Bastoni, Pellegri, Pessina, Calabria e Luca Pellegrini) aggiunti a giocatori ripescati e riprovati all'interno di una rosa vastissima. Certo, l'Estonia non era un avversario particolarmente impegnativo ma è stato comunque confortante vedere la sicurezza di Bastoni (ormai una certezza del nostro calcio), la rinascita (almeno per una notte) di un Bernardeschi tornato ai livelli che gli competono nel suo ruolo di esterno alto a destra e la naturalezza di Grifo nello sfruttare il mezzo spazio di sinistra della trequarti avversaria.
Contro la Polonia a Reggio Emilia, domenica, e la Bosnia a Sarajevo mercoledì, la Nazionale sarà diversa. Rientreranno i veterani, c'è una Nations League a cui dare l'assalto e un posto nella top 10 del ranking Fifa da conquistare (bastano due pari o una vittoria), ma l'amichevole di Firenze è stata tutt'altro che inutile. Ha confermato a Mancini di avere un più che credibile serbatoio a cui attingere e che la strada è quella giusta.