Mancini cambierà molto rispetto alla partita con la Bosnia sperando di ritrovare gli automatismi dei mesi scorsi
In molti sono rimasti delusi dalla partita contro la Bosnia. Più che il risultato, ha suscitato perplessità la mancanza di quella fluidità nella manovra azzurra che aveva caratterizzato la gestione Mancini. Oltre a un più che prevedibile calo di forma legato allo stravagante andamento della stagione in corso, ha inciso il comportamento tattico in fase di possesso palla. Di solito il 4-3-3 della nazionale si trasforma, in fase offensiva, in un sistema di gioco con tre difensori, due registi, quattro incursori sulla trequarti (che coprono tutta la larghezza del campo) e una punta centrale.
A Firenze, al play Sensi, non si affiancavano né Barella né Pellegrini, più portati all'incursione verso la porta che al consolidamento della manovra. Ecco perché il Mancio ha in testa una nuova Italia per la partita di domani. Scontati Donnarumma in porta e Bonucci e Chiellini come centrali, sulla parte destra della difesa si giocano un posto Di Lorenzo e D'Ambrosio con Spinazzola a sinistra. A centrocampo torna Jorginho nel ruolo di play con Barella come mezzala. Con loro tutto porta a pensare che ci sarà Locatelli. In attacco Zaniolo occuperà l'out destro. Per Kean spazio a partita in corso. Scontato l'utilizzo di Immobile nel ruolo di centravanti, secondo la logica dell'alternanza con Belotti che ha giocato a Firenze, e quello di Insigne come esterno sinistro.