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Italia, l'agente di Montolivo contro Mancini: "Se deve giocare questo Jorginho..."

Giovanni Branchini, procuratore anche di Sirigu, attacca il ct e ne critica le scelte: "Perché Donnarumma deve essere titolare fisso?"

10 Set 2018 - 14:00

Dopo il deludente pareggio per 1-1 all'esordio in Nations League contro la Polonia, non si placano le critiche nei confronti della Nazionale azzurra, di Mario Balotelli e anche del ct Roberto Mancini. Le scelte del tecnico sono state duramente criticate in particolare dal noto agente Fifa Giovanni Branchini, procuratore di Montolivo e Sirigu, che sulle pagine della Gazzetta dello Sport ha accusato il commissario tecnico di scarsa meritocrazia.

"Se deve giocare questo Jorginho in Nazionale - ha dichiarato Branchini dopo la sfida coi polacchi - allora io dico che il mio Montolivo, scandalosamente epurato, è molto meglio". E secondo il parere personale dell'agente anche un altro suo assistito, Salvatore Sirigu, meriterebbe di più in azzurro: "Perché Donnarumma deve essere titolare fisso? Parliamo di criteri, non di giocatori - ha spiegato - Sirigu è stato uno dei migliori portieri dello scorso anno, Donnarumma ha finito male e ha ricominciato peggio. La verità è che dobbiamo buttare il fumo negli occhi alla gente". Nel mirino di Branchini, oltre a Mancini, finisce anche Mario Balotelli, duramente criticato anche da Sacchi e Zibi Boniek: "Un Balotelli così titolare dell'Italia è un messaggio rovinoso - ha detto senza mezzi termini l'agente riferendosi alla deludente prestazione dell'attaccante del Nizza a Bologna - Che messaggio dai ai calciatori in panchina? Che il campo non conta, che il merito non conta".

Il procuratore di Montolivo e Sirigu ha detto la sua anche sul caso sollevato da Mancini, che ha sottolineato che le big del nostro campionato danno troppo poco spazio agli italiani: "Se pensiamo di risolvere i problemi del calcio italiano convocando due ragazzi in Nazionale maggiore, allora non siamo sulla strada giusta. Se invece li aiutiamo a diventare calciatori, ci toglieremo qualche soddisfazione. All’Italia servono bravi istruttori, che non significa bravi allenatori. Gli allenatori dovrebbero avvicinarsi ai calciatori solo dopo i 14/15 anni. Prima solo istruttori, addestratori che insegnano i fondamentali in base alle caratteristiche".

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