Il ct della Nazionale torna sul fallimento europeo: "Andrò a creare un nuovo gruppo, giocheremo sempre con la difesa a 3"
Luciano Spalletti è pronto a ripartire dopo la tremenda delusione di Euro 2024: "Ho trascorso una brutta estate, bruttissima - le parole del ct dell'Italia in conferenza stampa, all'inizio della settimana che vedrà il debutto degli Azzurri nella Nations League 2024/25 -. Quando si parla di fallimento europeo bisogna fare un'analisi un po' più corretta, perché secondo me andrebbe riferito solo a quella gara lì, con la Svizzera, che è stata bruttissima. Contro la Spagna abbiamo fatto male, siamo stati messi sotto, poi però la loro vittoria del torneo ridimensiona un po' quella brutta partita. Contro la Svizzera invece non abbiamo onorato la nostra forza e la nostra storia: mi sento responsabile di ciò che è successo. Tutto ciò che mi succede intorno dipende sempre da me al 100%, forse dò un 1% anche ai miei collaboratori, ma i giocatori non hanno questa responsabilità. Probabilmente gli ho messo troppa pressione addosso e non gli ho dato la possibilità di gustarsi la maglia dell'Italia".
Ora c'è dunque da guardare avanti: "Io devo essere attento nel prendere cose nuove per portare un messaggio differente, devo essere il primo a credere che si abbia una forza differente rispetto a ciò che abbiamo fatto vedere. Sono il primo a non volersi arrendere di fronte a qualsiasi difficoltà e ad avere fiducia nel lavoro che posso portare avanti. Non hanno responsabilità i giocatori che erano con me in Germania e nemmeno quelli che sono rimasti a casa. Ora si volta pagina e visto che adesso bisogna analizzare anche la carta d'identità credo sia questo il momento per fare qualcosa di differente. Questo, inevitabilmente, andrà a escludere altri calciatori. Vado a creare un nuovo gruppo, una nuova squadra, trasferendo loro meno pressione e facendo sentire di più la bellezza della maglia azzurra".
Dalla Figc non è mai mancata la fiducia nei suoi confronti: "La mia volontà di proseguire passa anche dall'aver capito fin da subito che la gara con la Svizzera non cambiava assolutamente nulla sulla considerazione del presidente e della Federazione. Avessi avvertito sensazioni diverse, mi sarei messo a parlare con loro. Questa fiducia mi ha permesso di mettermi subito al lavoro per andare a trovare delle soluzioni alternative, per rimettermi subito in pari dopo gli sbagli che hanno causato questa brutta sconfitta. Per me Gravina s'è mostrato fin dal primo giorno come una persona competente, preparata e sincera ed è sempre stato così, è ancora così. È una persona perbene, l'ho sentito ogni tre gironi al telefono da quando ho preso questa posizione e quasi sempre lui mi ha chiamato per trasferirmi la sua fiducia nei miei confronti".
Si è poi parlato dei convocati per le prossime due gare contro Francia e Israele, in particolare dell'assenza di Chiesa e del ritorno di Tonali: "Con Chiesa ci siamo sentiti e abbiamo fatto una valutazione equilibrata. Io l'avrei portato come giocatore in più, non facendolo partecipare alle due partite. Lui mi ha detto che aveva parlato con la nuova società (il Liverpool, ndr) e aveva bisogno di fare una preparazione specifica per lavorare con loro. C'era bisogno di sviluppare un periodo di allenamento forte, duro, deve adeguarsi ai nuovi metodi di lavoro e parlando lui con i nuovi dirigenti e io con lui tutti eravamo convinti che lui dovesse sviluppare questo lavoro. Può stare sereno per rientrare poi in questo gruppo. Tonali invece s'è allenato regolarmente, è un giocatore sul quale noi riponiamo molta fiducia. È uno di quelli che ho sentito più di tutti in questo periodo, il ragazzo ha riflettuto molto e questo è un motivo in più per portarlo con noi".
Tra gli assenti anche Locatelli e Jorginho: "Locatelli lo conosciamo bene e sta facendo bene, lui è dentro il gruppo che noi pensiamo possa far parte della Nazionale. È codificabile cosa sa fare e il suo apporto, mentre Fagioli e Ricci hanno possibilità di dare un cambiamento totale facendoli giocare, hanno iniziato adesso e stanno crescendo. Devono ancora far vedere il loro livello, questo è un po' il ragionamento. Acerbi? È facile portarlo, il suo rendimento è sicuro, ma dobbiamo giocare una competizione tra due anni e cerchiamo anche delle personalità nuove. Da un giocatore di 27-28-30 anni sai cosa aspettarti, un giocatore di 20-22 anni può cambiare totalmente dandogli fiducia. Per Jorginho è un po' lo stesso discorso. Sicuramente ti dà la qualità nella gestione e attualmente è difficile ritrovare questo aspetto in altri calciatori. Andando a cercare qualcosa di nuovo, voglio però vedere se riesco a trovare qualcosa di più in quel ruolo. Poi sarà il campo a dar ragione a un modo di pensare o a un altro".
Poi il discorso si è spostato sulla tattica: "Nelle riflessioni a cui facevamo riferimento prima c'è anche la tattica della squadra. Nelle richieste un po' troppo esigenti c'era anche quella di difendere a quattro e costruire a tre, di cambiare vestito durante la partita e probabilmente quello è stato un errore. Ora questo dubbio voglio toglierlo: giocheremo sempre 3-5-2 o 3-4-2-1. In avanti si sarà un po' più liberi di interpretare le qualità che si hanno, ma il sistema è quello. Ho riflettuto, probabilmente devo fare qualcosa in maniera diversa e questa è una delle cose che cambierò. Ricci? Ha sempre fatto il mediano davanti alla difesa e il fatto che possa giocare anche a centrocampo è un qualcosa in più. È un vantaggio. Ne ho convocati 23 precisi e anche questo è figlio di ciò che ho pensato e visto: chiamandone di più poi gli allenamenti non vengono al meglio, sei lì continuamente a cambiare e loro non sono liberi di allenarsi al meglio. E poi così si sentiranno totalmente dentro il progetto di queste due partite".
Spalletti è poi tornato sull'eliminazione contro la Svizzera: "Sono 30 anni che faccio questo lavoro e non ho ricordi di una mia squadra che non ha lottato come quella squadra lì. Abbiamo fatto poco... Bisogna essere obiettivi e fare le giuste valutazioni: io spero che anche altri calciatori abbiano avuto il malessere che ho avuto io durante l'estate. Io non ho fatto altro che ripensare al ritorno in Nazionale: sono stato tre giorni a Ponza e poi sempre in campagna a casa mia, non sono andato da nessuna parte. Mi dava fastidio aver fatto vivere un momento come la partita contro la Svizzera ai tifosi dell'Italia.
Ora però c'è voglia di ripartire: "Quello di oggi è un giorno bello per me e per i ragazzi, ci si ritrova qui a far parte della Nazionale. Abbiamo tutte le caratteristiche per poter far bene. Abbiamo a che fare con una squadra che ha grande qualità, grande possibilità di livellamento verso l'alto. È chiaro che poi a fare la differenza sono la condizione fisica e lo svolgimento interpretativo e di richiesta della partita, ciò che fai nella partita fa la differenza e in questo tenteremo di lasciarli più liberi per mettere in pratica la loro qualità perché di qualità ne hanno".
Anche la squadra sembra pronta: "Stamani sia io sia Buffon abbiamo parlato coi giocatori. Per quei dieci minuti che ho parlato mi sono sembrati molto determinati. Quando ha parlato Buffon erano attentissimi, Gigi ha toccato anche tasti emotivi. Il resto poi si svilupperà durante gli allenamenti. A me sono sembrati con lo sguardo corretto visto il momento che stiamo attraversando e per la competizione che andiamo ad affrontare. Questa competizione può darci il vestito corretto per poi andarci a giocare la qualificazione Mondiale, sono gare di altissimo livello che poi ci danno esperienza per andare a giocarci la qualificazione. E poi è un torneo a sé, c'è una classifica e un blasone da rispettare".
La condizione di Bastoni? "Abbiamo visto cosa è successo durante la partita, l'ha chiamato Buffon e poi io. I dottori erano stati un po' più pessimisti, mentre lui è stato molto più ottimista sulla possibilità di mettere tutto a posto in pochi giorni. E questo già da sabato mattina. Oggi aveva ancora quell'idea, si valuterà di giorno in giorno e poi si prenderanno le corrette decisioni".
Infine un pensiero sui giocatori da cui si attende di più: "Non c'è alcun reparto che mi mette ansia: mi aspetto molto dalla fisicità di Kean e di Retegui, dalla corsa di Tonali e Brescianini, da Ricci. Voglio vedere un Fagioli differente rispetto alle scelte fatte in quella partita lì. Devo fargli sentire fiducia. Abbiamo una difesa forte da un punto di vista fisico e di velocità, l'essenziale è riuscire a farli funzionare. Questi ragazzi dovranno mostrare una voglia straordinaria di portare a casa anche una rimessa laterale e si andrà a vedere se si è pensato male oppure no. Okoli e Brescianini li ho chiamati perché è sempre il campo ciò che decide tutto. Okoli ha fatto vedere di avere una forza fisica ottima e velocità in campo aperto. Poi nelle valutazioni e nel posizionamento deve migliorare certe cose, ma quello è possibile. Mentre i cento metri in dieci secondi o li sai fare o non li sai fare".