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Le scorie di Euro 2024 sono un lontano ricordo, la Nazionale di Spalletti corre, gioca e fa divertire. La Nations League è il banco di prova ideale
di Max Cristina© Getty Images
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Se tre indizi (Israele, Francia e Belgio) fanno una prova, l'Italia davvero s'é desta. Se tre indizi fanno una prova, la prestazione contro il Belgio è la conferma che la strada studiata e intrapresa da Luciano Spalletti dopo il terribile Europeo è quella giusta. Se tre indizi fanno una prova, infine, nella pentola del ct stanno finendo ingredienti di qualità per una ricetta che sta prendendo velocemente forma, nella tranquillità di una competizione - la Nations League - che di ansia non ne mette e non ne deve mettere, a prescindere da tutto. Il pizzico di follia q.b. semmai ce la può aggiungere proprio il ct nel più classico dei tocchi da chef per trasformare gli avanzi di Euro 2024 in un piatto che può ambire alle cucine stellate.
Troppo? Probabilmente sì almeno per il momento, ma dal 2-2 col Belgio totalmente rovinata dall'ingrediente rosso pescato da Pellegrini al 40' in una partita fino a quel momento dominata dall'Italia, la Nazionale di Spalletti ne esce rafforzata e rinfrancata. Sì perché il calcio alla fine è un gioco semplice e se per una volta dopo diverso tempo, proprio dall'estate trionfale del 2021, l'Italia può vantare la semplicità di un reparto difensivo che difende, un centrocampo che fa filtro e costruisce e una fase offensiva imprevedibile e pericolosa, di motivi per perdere l'ottimismo ce n'é ben pochi, a cercarli. No, la vittoria in Francia non è stata casuale e per informazione basterebbe chiedere ai giocatori del Belgio per i primi quaranta minuti dell'Olimpico, quelli in parità numerica.
Risaliamo il campo al contrario partendo dall'attacco, pardon, dalla fase offensiva. Retegui si è confermato un centravanti importante, sicuramente parente bello agghindato rispetto al fantasma visto in Germania. Il fiuto del gol ce l'ha, la voglia di sacrificarsi non manca e l'amalgama con il resto dei compagni per quanto riguarda movimenti, sponde e inserimenti è in costante crescita. Al resto pensa la fantasia dei registi e degli esterni in una formazione fluida che, non sempre ma spesso, fa sembrare le cose facili. E i gol arrivano, anche senza l'abbondanza offensiva di altre nazionali.
Il centrocampo è un punto forte di questa Italia, pur privo di Barella. La fisicità di Tonali e Frattesi si sposa alla perfezione con la regia di Ricci, mettendo in campo anche una certa interscambiabilità che manda in confusione gli avversari come visto contro la selezione di Tedesco. L'ex Milan da quando ha fatto suoi i ritmi di Premier League sembra di un altro livello, mentre Frattesi e Ricci riescono ad abbinare quantità a qualità anche con l'aiuto di difensori e attaccanti sempre pronti a occupare gli spazi.
Infine la fase difensiva da lodare anche in una serata in cui sono stati presi due gol. Aggredendo in avanti lo spazio da coprire si riduce e l'ottima tecnica di base di Bastoni e Calafiori permettono di scegliere diverse soluzioni in base al momento della partita. La voglia di sacrificarsi del resto del gruppo poi evidenzia una voglia di riscatto fuori dal comune e non è una caso che pur giocando un'ora con un uomo in meno in campo, contro giocatori veloci e tecnici come Doku e compagni, alla fine la Nazionale sia caduta su due palle inattive. Disattenzione. Il vero peccato capitale, se proprio vogliamo dirla tutta.