La vittoria di Parigi ha segnato la rinascita azzurra: basta un pareggio ma Spalletti non si accontenta
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Serata di gala a San Siro, che si annuncia tutto esaurito (venduti oltre 68 mila biglietti): reduce dalla vittoria in Belgio e con la qualificazione ai quarti già in mano, l'Italia affronta la Francia nell'ultima giornata della fase a gironi di Nations League per difendere il primato del gruppo 2 dall'assalto dei Bleus di Deschamps: basterà un pareggio o anche perdere con un solo gol di scarto in virtù del successo per 3-1 dello scorso 6 settembre a Parigi, nella partita che segnò l'inizio della risalita azzurra. Un risultato che avrà il suo peso, visto che il primo posto permetterebbe agli azzurri, già testa di serie al sorteggio delle qualificazioni Mondiali, di presentarsi in prima fascia anche al sorteggio per gli accoppiamenti dei quarti di finale di Nations League in programma il prossimo 22 novembre a Nyon. "Il pareggio deve venire solo per la mancata vittoria, il nostro atteggiamento deve essere questo. Ma sono sicuro che sarà così, per dedicarla a tutti quelli che ci vogliono bene e verranno a guardarci", ha detto il ct Luciano Spalletti alla vigilia.
Uno stadio gremito, con San Siro che torna a riabbracciare l'Italia dopo la decisiva sfida contro l'Ucraina nelle qualificazioni agli Europei dell'estate scorsa. Un torneo concluso dagli azzurri con la delusione della sconfitta contro la Svizzera, una gara che è rimasta ben impressa nella mente di Spalletti. Stasera il ct toccherà quota 20 partite in Nazionale: "Non so quale sia il mio bilancio ma si è sicuramente sbagliato una partita, quella contro la Svizzera. Ed è quello che mi porto dietro e a cui faccio riferimento. Mi reputo molto responsabile di quella sconfitta, ha ammesso Spalletti che fin qui ha raccolto in 19 partite 11 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte.
Prima della partita del Meazza la Figc ricorderà il grande Gigi Riva, capocannoniere azzurro, a un anno dalla scomparsa. "Il ricordo di Riva può essere un simbolo a cui ci dobbiamo attaccare, lui determinava con i fatti più che con le parole. Un po' deve essere lo stesso modo di fare per noi, dobbiamo giocare una bella partita senza chiacchierare molto"