Il ct azzurro ha parlato alla vigilia della sfida di San Siro, decisiva per stabilire il primo posto del girone
"Il ricordo di Gigi Riva può essere un simbolo a cui ci dobbiamo attaccare, lui determinava con i fatti più che con le parole. Un po' deve essere lo stesso modo di fare per noi, dobbiamo giocare una bella partita senza chiacchierare molto". Il ct della Nazionale Luciano Spalletti ha iniziato così la conferenza stampa della vigilia della partita Italia-Francia, valida per la Nations League a San Siro, sottolineando l’iniziativa dell'omaggio a Gigi Riva prima della partita.
"Contro la squadra di Deschamps bisognerà saper intuire gli spazi che si creano - ha aggiunto Spalletti - perché ora vengono più addosso e bisogna giocare in spazi più stretti. Tutto diventa più difficile e bisogna essere più qualitativi e più bravi con intensità. Quando vedo le grandi squadre come Real, City o Barcellona, vedo che loro fanno sempre bene le cose normali in modo ripetuto. C'è anche la grande giocata del campione, ma è difficile che sbaglino un passaggio. Noi dobbiamo acchiappare quella cosa lì con la scelta che abbiamo fatto a centrocampo (quella di schierare quattro giocatori che ruotano le posizioni partendo dalla disposizione a rombo, n.d.r.)".
Tornando al fallimento nell'ultimo Europeo, il ct ha detto: "Non so quale sia il mio bilancio, si è sicuramente sbagliato una partita, quella contro la Svizzera. Ed è quello che mi porto dietro e a cui faccio riferimento. Mi reputo molto responsabile di quella sconfitta. C'è stato un fallimento solo in quella partita, anche se non vanno dimenticate le squadre fortissime che abbiamo affrontato. Quella sconfitta non me la fa dimenticare niente e nessuno, neanche una qualificazione al mondiale. Per certi versi fa bene anche portartela un po' dietro, bisogna ricordarsi che se non fai le cose per bene la sassata è sempre dietro l'angolo. Dopo quella sconfitta abbiamo cercato di fare cose differenti e per il momento qualcosa l'abbiamo fatto in modo corretto. Avere il piacere di gioire, veder vincere il proprio compagno. In questo momento la cosa più importante è far sentire che stiamo apprezzando il loro attaccamento alla maglia, il loro spirito e il loro impegno. È una cosa che dobbiamo riconoscere, sono qualità enormi, poi il risultato spesso ne è una conseguenza".
L'avversario non è certo dei più facili visto che si parla dei vice campioni del mondo: "Sapere che domani lo stadio sarà pieno, sapendo che abbiamo avuto 7 milioni di spettatori con il Belgio in contemporanea con un fuoriclasse come Sinner, ci impone grande responsabilità. La Francia verrà per vincere la partita, noi non dobbiamo fare riflessioni. Il pareggio deve venire solo per la mancata vittoria, il nostro atteggiamento deve essere questo. Ma sono sicuro che sarà così, per dedicarla a tutti quelli che ci vogliono bene e verranno a guardarci. Italia come il Brasile? Ci piacerebbe avere le loro capacità in fase di possesso, in qualche cosa stiamo facendo vedere di essere sulla strada buona. Penso sempre allo stesso modo, a volte anche nel nostro campionato ci sono tante partite, però l'affaticamento è spesso mentale, ormai hanno dei muscoli questi ragazzi che sono delle macchine. Quando c'è una squadra che ha molti infortunati è sempre la squadra che ha difficoltà, che ha la pressione e la ruggine dei mancati risultati. La conclusione è che sono convinto che vedremo una palla che viaggia e che va forte".
Potrà essere la partita di Kean? E chi potrebbe essere il Sinner della Nazionale?: "Moise è possibile che possa essere della partita, è uno bravo a tenere palla addosso, a fare la boa che poi aspetta il calciatore a sostegno. Su Sinner è bene non fare mai paragoni, un calciatore che va oltre questa normalità di palleggio... Maldini mi dà l'impressione di avere il colpo facile, la sostanza di poter creare qualcosa di super facile ed esclusivo".