10 anni senza Piermario Morosini. Era il 14 aprile del 2012 quando, al 31’ di Pescara-Livorno di Serie B, il centrocampista bergamasco classe 1986 cadde a terra per un arresto cardiaco. Per questo anniversario, il Museo del Calcio lo ricorda con la maglia numero 5 indossata in occasione dell’Europeo Under 21 del 2009 disputato in Svezia. Cresciuto nell'Atalanta, era approdato al Livorno dopo aver giocato precedentemente con Udinese, Bologna, Vicenza, Reggina e Padova e morì per una rara malattia ereditaria (cardiomiopatia aritmogena): una "morte in diretta" che ha cambiato, in meglio, il calcio italiano e oggi le possibilità di salvarsi in caso arresto cardiaco in campo sono molto aumentate. Morosini aveva avuto un’infanzia durissima, era rimasto orfano, ma non aveva mai smesso di lottare per i propri sogni e il presidente Gravina lo ha ricordato ieri a margine del premio Bearzot in Figc: "Di Piermario Morosini ho un ricordo straordinario - ha detto - quando si parla di lui mi viene subito la pelle d'oca. Sono stato testimone dei suoi successi, anche con la 'mia' nazionale Under 21. Era un ragazzo d'oro, chi lo ha conosciuto sa di cosa stiamo parlando".