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Sono passati dieci anni dal gol del “manchego” che regalò alla Spagna il titolo mondiale

11 Lug 2020 - 07:54

Di posti come Fuentealbilla in Spagna ce ne sono a centinaia. Paesini piccoli, in terre non esattamente propense al turismo, distanti chilometri dal successivo o dal precedente, dove non succede mai nulla di interessante a parte qualche fiera con animali in mostra, cibo a poco prezzo venduto dai produttori della zona, panino con jamòn a un euro, compagnie di amici che passano il tempo al bar centrale del borgo raccontandosi le ultime notizie, un café con leche a metà mattina o un bicchiere di vino leggendo i giornali, un caldo che d’estate può essere atroce e che ti costringe in casa all’ombra, e se esci è solo poco prima di cena, quando il sole comincia la discesa verso il tramonto. Comunque quando vai fuori di casa c’è ancora abbastanza luce per giocare assieme ai coetanei o a quelli più grandi, d’estate nella piazza principale, che spesso è anche l’unica.

Fuentealbilla, in provincia di Albacete, è un buco di 2mila abitanti scarsi della Mancha, la terra di Don Chisciotte, certo, che però bazzicava le zone più a ovest della regione, verso Toledo e Ciudad Real: “En un lugar de la Mancha”, “In un posto della Mancha”, comincia così l’immortale opera di Miguel de Cervantes, un incipit che vale tanto quanto “Nel mezzo del cammin di nostra vita”. Andate verso paesucoli come Consuegra (due ore e mezza da Fuentealbilla, e sono nella stessa regione) e vedrete ancora i mulini a vento che funzionano, anche se servono, questi sì, più come calamita turistica.

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