Infortuni cronici, condizione fisica scadente, difficoltà con lo spagnolo e ultimo il contagio da Covid-19: l’avventura del belga da quando è arrivato al Real Madrid si sta rivelando un incubo
Ci mancava solo il contagio da Covid-19. L’ultimo intoppo di una lunghissima serie di guai che stanno tormentando Eden Hazard da quando è arrivato al Real Madrid, alla squadra che avrebbe dovuto coronare il suo talento immenso dopo i successi al Chelsea e prima ancora al Lille. Hazard, l’unico calciatore con un peso specifico tale da poter indossare la maglia numero 7 lasciata vacante da Cristiano Ronaldo dopo il passaggio del portoghese alla Juventus: nulla di tutto ciò, perché il belga è sempre più un corpo estraneo nei blancos, qualcosa di impensabile solo due anni fa. In sostanza, è come se fosse scomparso. Anche perché lui, Eden, non è che faccia molto perché lo si noti, specie sui social network, dove non aggiorna assiduamente le sue condizioni psico-fisiche e mantiene un atteggiamento piuttosto riservato.
Hazard a gennaio compirà trent’anni, ma se uno si sofferma solo su ciò che gli è capitato da quando è atterrato a Madrid c’è da mettersi le mani nei capelli: sette infortuni più il già citato tampone al Covid-19 risultato positivo. Uno più assurdo e inspiegabile dell’altro, forse qualcuno nemmeno curato bene, che l’hanno costretto a saltare quasi un anno di attività, tutto compreso: per sua fortuna, grazie allo stop del calcio dal marzo al giugno scorso, questo non si è tradotto in partite perse, altrimenti sarebbe stato persino peggio. Tuttavia tra caviglie, muscoli e due doppie microfratture a un piede e alla gamba tra novembre 2019 e febbraio 2020, è stato un interminabile calvario. Morale, in una stagione e mezzo ha giocato 25 partite appena, segnando due gol.