Ha chiuso la carriera nel campionato di Gibuti
C’è qualcosa che unisce Roger Milla, antico leone indomabile, ad Alexander Song, e non è la medesima nazionalità. Sono entrambi figli del Camerun, bandiere in epoche diverse della nazionale africana più suggestiva del pianeta, ma è la condizione del riposo del guerriero a metterli uno a fianco dell’altro. Milla scelse di vivere gli ultimi palpiti di carriera alle Isole Reunion, Song ha optato per il minuscolo stato di Gibuti.
Ottant’anni fa Dino Buzzati nelle sue corrispondenze di guerra descriveva il Gibuti come una “terra in letargo”. Oggi il piccolo paese africano (grande quanto la Toscana) è in movimento perpetuo e coltiva un nuovo colonialismo selettivo. Pochi giorni dopo l’attacco alle Torri Gemelle il Pentagono individuò in Gibuti l’avamposto ideale per allestire la prima base americana anti-terrorismo in Africa, ispirandosi al quartier generale di Al Udeid in Qatar messo in piedi durante la prima Guerra del Golfo. In una sorta di rivisitazione di “arrivano i nostri”, sbarcarono centinaia di uomini dai giganteschi cargo atterrati sulla pista infuocata dell’Ambouli Airport.