L’attaccante brasiliano, ormai ultra-trentenne, prova a ripartire dalla Major League Soccer
“Come d’incanto”: questo era il nomignolo con cui Carlo Pellegatti, tifoso e commentatore milanista, chiamava Pato. E la sensazione era proprio quella di un’apparizione sfolgorante, un lampo accecante nella notte, un attaccante che non si era mai visto prima, perlomeno così giovane. Rapido, forte fisicamente, tecnica di base eccellente, capacità di crearsi occasioni da gol da solo. In pratica il contrario dell’immagine più recente del brasiliano, quello di un infortunato cronico avviluppatosi in una crisi senza fine, tanto da rimanere senza squadra per mesi dopo l’ultima deludente esperienza al San Paolo. Gli unici al momento che hanno voluto scommettere su Pato, comunque, sono gli Orlando City della Major League Soccer. Riuscirà il “Papero”, nella città di Disneyworld, a ritrovare lo smalto perduto?
Ka-Pa-Ro
Ne è passato di tempo da quel 13 gennaio 2008, la prima partita dell’attaccante brasiliano con la maglia rossonera. Una partita che era sembrata l’esibizione di una fuoriserie in mezzo ad automobili col limitatore di velocità: semplicemente imprendibile per i difensori del Napoli in quel 5-2 con cui il Milan mostrava al mondo il suo nuovo giovane acquisto. Di Pato il quinto gol, bruciando in velocità Domizzi (non che ci volesse molto, ad essere sinceri), resistendo a una trattenuta e uccellando il portiere Iezzo in uscita, praticamente tutto in un solo movimento.
L’apoteosi del Ka-Pa-Ro, il tridente offensivo con Kakà e Ronaldo destinato sulla carta a rimescolare le gerarchie del calcio italiano ed europeo e invece “defunto” già un mese dopo, quando l’ex interista si romperà, di nuovo, il tendine rotuleo. Niente replica del Gre-No-Li, Gren-Nordahl-Liedholm, l’altro trio, stavolta svedese, che aveva fatto la storia rossonera negli anni Cinquanta. Un sinistro presagio di quello che sarebbe successo allo stesso Pato, che fino al 2011 manterrà una condizione fisica decente salvo poi inabissarsi in un rosario di infortuni e ricadute, soprattutto di tipo muscolare.