L’accostamento è inevitabile: il ruolo è lo stesso, la maglia in questione è quella
Nel 2016 lo chiamavano il “Leicester dei miracoli”, ma nel calcio i miracoli non esistono. Esistono le intuizioni, esiste chi concretizza. Negli anni passati Claudio Ranieri ha portato in dotazione alle Foxes una cura alla fase difensiva che prima non c’era e che ora il calcio inglese sta valorizzando a tutto tondo, anche in antitesi alle proprie tradizioni tattiche. L’attuale tecnico del Leicester Brendan Rodgers ha raccolto l’eredità di Ranieri pur mantenendo inalterato il proprio credo di gioco. In entrambi i casi chi giocava sulla linea mediana era essenziale nelle due fasi, doveva essere “di lotta e di governo”.
Doveva saper proteggere il pacchetto arretrato e insieme proporre gioco in avanti. Lo faceva Kanté, lo sta facendo Ndidi. Nigeriano di Lagos, classe 1996, Wilfred Ndidi ha caratteristiche fisiche e attitudinali diverse rispetto a quelle del predecessore. Tra i due passano quasi 15 centimetri di differenza in altezza, il che, nel confronto ideale, favorisce il nigeriano nel gioco aereo. Forse Ndidi non ha ancora acquisito l’intelligenza tattica di Kanté, ma una simile vetta sarebbe il punto d’arrivo, non certo quello di partenza. In fondo, se i 15 centimetri in statura sono a favore dell’attuale mediano del Leicester, i 5 anni in più all’anagrafe di Kanté sono prova di un bagaglio d’esperienza che solo il tempo può garantire.