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SKYRUNNING

Cristian Minoggio, Giuditta Turini e il Dream Team azzurro spopolano nei Mondiali Sky in Italia

Il campione piemontese e la sua collega valdostana brillano nella prova sulla lunga distanza

di Stefano Gatti
13 Set 2022 - 16:40
 © FISky

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L’Italia fa il pieno di medaglie nei Mondiali di Skyrunning sui sentieri di casa. Ospitata dalle vallate dell’Ossola, in Piemonte, sesta edizione della rassegna iridata è andata in scena nel secondo weekend di settembre ed ha registrato il predominio degli skyrunners della Nazionale sia nel medagliere che nel ranking finale, la classifica per nazioni. Tre gli ori azzurri: quelli di Cristian Minoggio e di Giuditta Turini nella Sky Uktra ed appunto quella del team tricolore nel Country Ranking.

© Federico Menoni

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Le medaglie in paio tra Rampigada Vertical, Bettelmatt Sky Ultra e La Veia Skyrace era in totale ventisette: per le classifiche maschili e femminili delle tre discipline, per la classifica per nazioni e per la classifica della combinata che sommava i risultati delle prove vertical e sky. Dieci le nazioni capaci di salire sul podio iridato in una o più occasioni: poco meno di un terzo dei trentacinque Paesi (nove dei quali alla prima partecipazioni) che hanno pacificamente invaso le valli ossolani: Valdivedro per la prova only up, Val Formazza per la prova ultra e Val Bognanco per la sky classica.

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Ad inaugurare il Mondiale a fil di cielo (che si svolge con cadenza biennale) è stata la Rampigada Vertical nel comprensorio sciistico di San Domenico di Varzo, dove lo squadrone azzurro - venerdì 9 settembre - ha posto le basi del proprio successo d’assieme, anche se sul gradino più alto del podio è risuonato l’inno degli USA e celebrare la vittoria di Joseph Demoor, primo sulla linea del traguardo a 2500 metri di quota in 37 minuti e sette secondi. A completare il podio della prova da 3800 metri di sviluppo e 1063 metri D+ sono stati i nostri Marcello Ugazio e Alex Oberbacher, staccati rispettivamente di cinque e di diciassette secondi, mentre Armin Larch si è dovuto accontentare del quarto posto, portando però punti preziosi alla nostra classifica per nazioni.

© Federico Menoni

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Tra le donne è stata invece la Svizzera a fare la voce grossa: finale di gara con il cuore in gola e medaglia d’oro per la fortissima Maude Mathys che ha preceduto di soli 35 centesimi di secondo la francese Christel Dewalle. Bronzo per l’altra elvetica Alessandra Schmid a undici secondi dalla connazionale.

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I Mondiali “italiani” sono entrati nel vivo (e per quanto riguarda i nostri colori in un certo senso culminati) nella giornata di sabato 10 settembre, con la straordinaria doppietta messa a segno nella Sky Ultra da Cristian Minoggio e da Giuditta Turini. Il forte skyrunner piemontese, che lavora come guardiano di una diga d'alta quota in zona, giocava letteralmente in casa ed ha di fatto gareggiato sui sentieri dei suoi allenamenti quotidiani! 

Minoggio vince letteralmente per distacco, chiudendo la sua prova in cinque ore, 28 minuti e 25 secondi ed infligge sui 56 chilometri di gara (e 3700 metri di dislivello positivo) un distacco superiore alla mezz’ora all’australiano Blake Turner: per la precisione 36 minuti e 21 secondi! Medaglia di bronzo per la Spagna con Alejandro Major Guzman, che manca invece per soli 37 secondi la medaglia d'argento.Nella top five finale un altro azzurro: il bergamasco Luca Arrigoni, appunto quinto al traguardo della Bettelmatt alle spalle del ceco Tomas Macecek.

© FISky

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Al femminile la firma sulla seconda medaglia d’oro azzurra è quella di Giuditta Turini. La toprunner valdostana (che si pzazza 17esima della generale) si impone con il finishing time di sei ore, 49 minuti e 35 secondi, seguita dal duo spagnolo formato da Gemma Arenas e Sandra Sevillano, con un distacco... alla Minoggio o quasi: superiore al quarto d'ora, Alle spalle delle due furie rosse” un’altra azzurra: la sorprendente Giulia Saggin, al suo esordio con la maglia della Nazionale.

© Ian Corless

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La rassegna iridata si è chiusa domenica 11 settembre con la Veia Skyrace. Solo una presenza italiana in questo caso sul podio, grazie al bronzo che la promettente Martina Cumerlato si è messa al collo grazie al terzo posto nella prova da 31 chilometri (1700 metri D+) vinta dalla fortissima rumena Denisa Dragomir in due ore, 51 minuti e 13 secondi, davanti alla spagnola Patricia Pineda Cornejo che chiude la sua prova con tre minuti e 56 secondi di ritardo dalla neocampionessa del mondo e solo due minuti e 11 secondi di vantaggio sulla nostra Cumerlato. La giovanissima vicentina ha in qualche modo sfruttato... il fattore-sorpresa, in quanto promossa titolare dalla rinuncia di Fabiola Conti, la campionessa milanese ancora alle prese con il recupero da un infortunio che ha compromesso per intero la stagione estiva, all'indomani della lunga serie di successi infilati la scorsa primavera.

Podio solo sfiorato tra gli uomini, con il quarto posto di Luca Del Pero al traguardo in due ore, 56 minuti e 33 secondi ma Lorenzo Beltrami (nono) e Roberto Giacomotti (decimo) forniscono un contributo decisivo nella caccia all'oro della classifica per nazioni.

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La prova la vince invece l’elvetico Roberto Delorenzi in due ore, 51 minuti e 13 secondi. Medaglia d’argento per Frédéric Tranchand (staccato di soli 56 secondi), bronzo ad un minuto e 59 secondi dal vincitore per il giapponese Ruy Ueda. Vincitore tre anni fa dell'ormai decaduto circuito Skyrunner World Series, quest'ultimo si era laureato campione del mondo vertical nella precedente edizione dei Mondiali di Vall de Boi (Pirenei spagnoli), cancellati nel 2020 a causa dell'emergenza sanitaria e quindi andati in scena l'anno scorso. 

© Federico Menoni

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La vittoria nella Veia Skyrace e l’ottavo posto nella Rampigada permettono a Delorenzi di salire sul gradino più alto del podio della Combinata Vertical+Sky. Il toprunner ticinese è quindi l'unico dei 256 ufficialmente partecipanti alla rssegna iridata a potersi mettere al collo due medaglie d'oro individuali! Alle sue spalle nella Combined si piazzano Ueda ed allo statunitense Demoor (oro vertical). Tra le donne, il podio alto della polivalenza va alla ceca Barbora Macurova. Argento e bronzo rispettivamente per la svedese Lina El Kott e per la nostra Chiara Giovando.

La somma dei piazzamenti nelle tre gare individuali assegna all’Italia l’oro della classifica per nazioni: 908 punti contro gli 800 della Spagna che si aggiudica l’argento ed i 668 del Giappone che si aggiudica il bronzo.

© Ian Corless

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Il primo bilancio dei Mondiali ossolani spetta a Marino Giacometti, uno dei pionieri dello skyrunning e presidente di ISF (International Skyrunning Federation:

“Trentacinque nazioni presenti nel ranking, dieci dei quali con almeno una medaglia al suo attivo. Il bilancio di questo Mondiali è ampiamente positivo. È stata una tre giorni di skyrunning memorabile sulle montagne dell’Ossola, che ha trasmesso al mondo intero l’essenza di questo sport”.

© Ian Corless

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Così hanno invece commentato il bilancio finale azzurro il Commissario Tecnico Roberto Mattioli e il presidente FISky (Federazione Italiana Skyrunning) Fabio Meraldi, lui pure tra i "padri fondatori" delle corse sui sentieri d'alta quota:

"Esprimo la gioia a nome di tutta la Federazione IItalian skyrunning per il risultato che abbiamo raggiunto e sul quale stavamo lavorando da alcuni anni. Dopo esserci aggiudicati il Mondiale Skysnow, anche nella disciplina dello skyrunning ci confermiamo il team più forte, a testimonianza del grande lavoro che la stessa Federazione sta facendo sui giovani, oltre che su tutto il movimento in generale. Ringrazio il Presidente Fabio Meraldi per il supporto”. (Roberto Mattioli)

“Ognuno dei nostri atleti ha corso individualmente ma a tutti noi sta a cuore soprattutto il concetto di squadra. Vincere come Italia è ciò che conta davvero ed è il frutto del lavoro fatto negli ultimi anni proprio come team. In questo senso voglio citare il Direttore Tecnico Roberto Mattioli, il medico Giorgio Perucco, il fisioterapista Andrea Puccetti. E poi chiaramente le atlete e gli atleti, il loro impegno in questo bellissimo sport dello skyrunning, la corsa vicino la cielo. Sono stati tre giorni mondiali sotto ogni punto di vista. Gli organizzatori delle tre prove sono stati all’altezza del compito, anzi sono stati dei grandi ed anche il meteo ci ha assistito. Per lo skyrunning azzurro è stata fin qui un’annata fantastica, iniziata con la vittoria come team alla prima edizione dei Mondiali di Skysnow a Sierra Nevada. In seguito abbiamo fatto alcune integrazioni al team invernale, che si sono rivelate funzionali alla riconferma nei confronti con oltre trenta nazioni, tanto da metterci di nuovo al collo la medaglia d’oro più significativa tra quelle che erano in palio”. (Fabio Meraldi)

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A margine della rassegna iridata, vale la pena ricordare i risultati delle classifiche "open" delle tre prove del Mondiale ossolano. Nella Rampigada Vertical si sono imposti Matteo Eydallin e Benedetta Broggi. Nella Sky Ultra il Val Formazza Varvara Shikanova ha fatto sensazione, conquistando il primo posto assoluta davanti a Saverio Ottolini, vincitore tra gli uomini. Nella Veia Skyrace open infine Roberta Jacquin si è imposta al femminile, mentre la gara maschile ha visto un podio finale... stellare: primo Nadir Maguet (che sei gioni prima aveva stabilito un nuovo FKT sul Grossglockner), secondo lo spagnolo Manuel Merillas, terzo Daniel Antonioli.

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