È in pieno svolgimento la cavalcata del fenomeno catalano recentemente vincitore della Sierre-Zinal sulle vette delle Alpi
di Stefano Gatti© @GoldenTrailSeries/@Sierre-Zinal/@ColinOlivero
Una collana da ottantandue perle infilate nel filo, anzi nella corda da alpinismo. Con il pettorale o senza, la corsa di Kilian Jornet non si ferma mai e passa senza soluzione di continuità dalla modalità agonistica a quella avventurosa, anzi eticamente avventurosa. Attualmente impegnato nel progetto Alpine Connections sui Quattromila della catena montuosa che divide l'Italia dall'Europa Centrale (ci torniamo tra poco) il campione catalano trapiantato per amore in Scandinavia si è imbarcato nel progetto stesso dopo aver dato ennesima dimostrazione di classe sconfinata sui sentieri di una delle grandi classiche mondiali della corsa in natura. Scusate il ritardo, di dice in questi casi... Scusatissimo, Kilian! Assente nel 2023 per infortunio alla cinquantesima edizione della mitica Sierre-Zinal, il "nostro" si è rifatto con gli interessi sabato 10 agosto scorso nella cinquantunesima edizione della Corsa dei Cinque Quattromila del Canton Vallese (Svizzera), centrando la decima affermazione a Sierre (o meglio… a Zinal) e ritoccando il suo stesso record sulla distanza dei trentuno chilometri e 2200 metri di dislivello positivo, anche quest’anno piatto forte (insieme alla Zegama-Aizkorri della scorsa primavera, ugualmente vinta da Kilian!) della regular season di Golden Trail World Series by Salomon che avrebbe poi dovuto completare il suo menu agostano (in modalità totalmente differente) con la new entry del circuito Tatra Skymarathon in Polonia: da un grande classico a una novità assoluta. A rovinare i piani sono stati i forti temporali incombenti sul teatro di operazioni della gara polacca (tappa sei di otto della regular season di cui sopra) che hanno costretto gli organizzatori ad annullare tutto l’attività.
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Da parte sua, Kilian aveva disertato la trasferta nell’Europa dell’Est, concedendosi solo qualche giorno in Svizzera per tirare il fiato prima di dare il via al suo nuovo progetto, attualmente in corso e denominato Alpine Connections. La missione consiste nella collezione del maggior numero possibile di cime da quattromila o più metri dell’arco alpino (sono 82 quelle della classificazione ufficiale UIAA Union Internationale des Associations d'Alpinisme), spostandosi da una all’altra a piedi o in bicicletta e facendo uso solo e unicamente di risorse locali. Si tratta di un progetto chi riprende e completa quello portato a termine da Kilian lo scorso autunno, collezionando nell’arco di otto giorni 177 cime da tremila metri dei Pirenei. Allora come oggi, un progetto sportivo ma soprattutto esistenziale. Connessioni alpine e al tempo stesso intime ed emozionali: con la natura e con se stesso, con l'intimità assoluta della propria anima proiettata sullo schermo gigante dell'ambiente esterno. Come un film già visto e vissuto ma da rivedere e da rivivere continuamente.
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Se la cavalcata pirenaica era finalizzata ad un ritorno a casa per Kilian (cresciuto in un rifugio sulla catena che divide Francia e Spagna ma da tempo residente in Norvegia), quella alpina in pieno svolgimento punta a rendere omaggio alle montagne tra le quali il nostro ha vissuto per un intero decennio, nella fase più intensa della sua attività sportiva, oggi invece più selettiva e mirata, dovendo fare i conti con i suoi doveri familiari di padre e marito, oltre che di imprenditore nel campo dell’equipaggiamento e abbigliamento outdoor con il brand NNormal, fondato ormai quasi due anni fa in collaborazione con Camper.
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La corsa lungo gli itinerari più impegnativi degli 82 quattromila della catena alpina (completata nove anni fa in 62 giorni dal compianto alpinista austriaco Ueli Steck in una modalità simile) è iniziata a Ferragosto con il Piz Bernina (il quattromila più orientale della catena) che svetta a 4049 metri di quota sullo spartiacque alpino principale tra Italia (Valmalenco) e Confederazione Elvetica (Canton Grigioni). Trattandosi del quattromila situato più ad est lungo la catena, nei giorni successivi Kilian si è spostato verso occidente, gestendo difficoltà logistiche insite nel progetto stesso e instabilità meteo a cavallo del weekend centrale del mese per smarcare con successo Lauteraarhorn (metri 4042), Schreckhorn (4078) e Finsteraarhorn (4274) nelle Alpi Bernesi.
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È stata poi la volta di Mönch (4107), Jungfrau (4158) e Aletschhorn (4193). Lunedì 19 agosto Kilian (che compirà trentasette anni alla fine di ottobre) ha spuntato in compagnia dello scialpinista francese Théo Jacquemoud i 4010 metri del Lagginhorn e i 4017 del Weissmies e continua imperterrito la sua marcia alpinistica che lo ha già portato a raggiungere i “giganti” della Valle d’Aosta e delle Alpi Occidentali italiane, elvetiche e francesi lungo le strade, i sentieri e le vie alpinistiche di un progetto che restituisce fedelmente la grandezza di un campione per il quale - in questa estate intrisa di spirito olimpico - alcune testate hanno proposto la candidatura ad una medaglia d'oro alla carriera! Proposta che sposiamo più che volentieri, al contrario di altre candidature a nostro avviso... censurabili: come l'inserimento della corsa in natura nel programma olimpico!
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“È stata una gara molto impegnativa, la decima vittoria alla Sierre-Zinal era difficile da ottenere. Per me però non si tratta solo del decimo successo, ma di riuscire a migliorarmi a quindici anni di distanza dalla prima. Faceva molto caldo, ma ero davvero ben preparato. Alla fine mi sono venuti ugualmente i crampi ma - quando ho visto Philemon in rimonta - mi sono detto che no, non poteva portarmi via questa vittoria!”
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Chissà se, al netto della concentrazione necessaria per Alpine Connections, Kilian ha tempo e modo di ripensare a quanto dichiarato a caldo al traguardo di Zinal, pochi istanti dopo aver prevalso praticamente in volata su Philemon Ombogo Kiriago, il fortissimo keniano della corazzata Run2gether che con Kilian ha dato vita ad un finale di gara di straordinaria intensità fisica ed emozionale e al quale il fenomeno catalano ha negato il bis della vittoria dello scorso anno.
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A proposito, tra i motivi che rendono ancora più significativa la sua “decima”, Kilian è stato l’unico atleta capace di contrastare la African Wave sempre più importante anche nella corsa in natura. Oltre a Kiriago, Run2gether ha brillato con altri due keniani, piazzando sul podio Patrick Kipngeno e appena ai suoi piedi Josphat Kiprotich, quest’ultimo capace di raggiungere e superare Kilian a metà gara, prima di dover… tirare il fiato e rivedere al ribasso le sue ambizioni.
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A livello di Africa Power, non bisogna poi dimenticare che - in gara-donne - Sierre-Zinal 2024 ha visto la straordinaria ed inattesa vittoria di Joyline Chepngeno (Milimani Runners, lei pure keniana), a quanto è dato sapere alla prima gara della sua vita… Ci permettiamo di dubitare! Alle sue spalle, battute e annichilite dalla performance della sconosciuta vincitrice, la britannica Scout Adkin di Team HOKA e la rumena Madalina Florea (Team Salomon).
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Per quanto riguarda le classifiche generali del circuito GTWS, la cancellazione di Tatra Skymarathon le ha parzialmente ridisegnate, come ha spiegato Greg Vollet, direttore delle Golden Trail Series:
“Sabato 17 agosto in Polonia ci siamo trovati di fronte a una situazione senza precedenti. Finora eravamo stati fortunati, perché dal 2018 e dalla creazione della Golden Trail Series, nessun evento era mai stato cancellato. La decisione della direzione di gara di Tatra Sky Marathon è stata chiaramente quella giusta, ma ha avuto conseguenze sulle classifiche del circuito".
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"Alcuni degli atleti che puntano alla classifica finale hanno iniziato la loro stagione a Sierre-Zinal con l’intenzione di sommare poi tra Polonia e la doppia trasferta di settembre negli USA i punti necessari (prendendo in considerazione un massimo di quattro gare, appunto) per qualificarsi alla finale. Con la cancellazione della sesta tappa, non potranno più farlo. Per questo motivo abbiamo deciso di mantenere validi solo i tre migliori risultati di ogni atleta prima della finale. Questo permetterà a tutti di avere il giusto numero di gare nonostante la cancellazione”.
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Scattata la scorsa primavera in Asia (Giappone e Cina) e proseguita in Spagna (Zegama), la regular season ha affrontato ad inizio estate la Marathon du Mont-Blanc a Chamonix e poi appunto Sierre-Zinal prima del nulla di fatto sui Monti Tatra e si concluderà nella parte centrale del mese di settembre con la doubleheader nordamericana che definirà i toprunners (uomini e donne) che si giocheranno il titolo nella Grand Final del 18-20 ottobre sulle montagne sopra le città gemelle di Ascona e Locarno, nel Canton Ticino (Svizzera).
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Nella classifica generale maschile, leadership condivisa a quota 576 punti tra Patrick Kipngeno e un altro toprunner africano: il marocchino Elhousine Elazzaoui, compagno di squadra di Kilian Jornet, il quale da parte sua è settimo con 400 punti tondi tondi, equamente ripartiti tra le due vittorie a Zegama e Zinal. Terzo e quarto posto per due Brooks Trailrunners (squadra che ha quattro atleti nella top ten): il ticinese Roberto Delorenzi con 476 punti e l’altoatesino Daniel Pattis (465). Chiude la top five lo spagnolo Alain Santamaria Blanco (Team Salomon) con 420 punti, due in più del compagno di squadra polacco Marcin Kubica che a sua volta precede il giù citato Kilian Jornet.
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Tra le donne, l’esperta toprunner elvetica Maude Mathys (ASICS) occupa la vetta della classifica con 532 punti, inseguita a quota 500 dalla emergente spagnola Malen Osa (Salomon) e dalla keniana Joyce Muthoni Njeru (493) in forza allo storico team italiano di Atletica Saluzzo. Completano la top five l’elvetica Theres Leoeuf di Compressport (478) e la norvegese Sylvia Nordskar (Team Hoka) con 457 punti. Al momento solo decima la rumena Madalina Florea (Salomon) a quota 364, mentre la sua compagna di colori Caterina Stenta (migliore delle italiane) è dodicesima con 333 punti nel suo carniere.
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