Per numero di finisher la "Bank of America Chicago Marathon" nel 2017 è stata seconda solo alla 42km della Grande Mela
Dopo Berlino, ecco a Chicago, domenica 7 ottobre, il secondo appuntamento autunnale delle “Majors”, il circuito che collega in un unico montepremi sei delle più importanti maratone del mondo (oltre alle due citate, Tokyo, Boston, Londra e New York).
La gara nel cuore dell’Illinois è reduce da un’edizione 2017, la quarantesima, caratterizzata dal record di partecipanti: 44.341, di cui ben 21.603 donne.
Con un totale finisher di quella dimensione la Bank of America Chicago marathon lo scorso anno è risultata al secondo posto nella classifica delle maratone col maggior numero di concorrenti al traguardo, alle spalle di New York (50.646 finisher), ma davanti a Parigi (42.480) e a Londra (39.569).
Fino ai primi anni 2000, il tracciato in riva al lago Michigan era considerato il più veloce al mondo, in condominio con quello di Rotterdam. Una fama costruita con prestazioni mitiche come quelle del britannico Steve Jones, che nel 1984 portò il limite mondiale dei 42,195 km a 2:08’05” e nel 1985 vinse di nuovo, ma in 2:07’13” quando però il tempo più veloce al mondo era nel frattempo diventato il 2:07’12” del portoghese Carlos Lopes, tempo stabilito, guarda caso, nella maratona di Rotterdam della primavera precedente.
Una fama, quella di Chicago, alimentata poi con la seconda delle quattro vittorie di Khalid Khannouchi: era il 1999 quando il marocchino portò il limite a 2:05’42” poco prima di diventare cittadino statunitense. Poi cominciò l’era di Berlino, che soprattutto dal primato di Paul Tergat (2:04’55” nel 2003, il primo sub 2:05’ della storia) in poi divenne teatro della sfida al limite umano, fino allo strepitoso 2:01’39” di tre settimane fa, firmato da Eliud Kipchoge, che a Chicago, comunque, aveva vinto nel 2014, a 29 anni, con 2:04’11”.
Tracce di Chicago si incrociano anche nella storia della maratona italiana: Gianni Poli stabilì qui il primo record nazionale sub 2:10’ nel 1985, quando si classificò quarto in 2:09’57”, l’anno prima di vincere a New York. Anche grazie a quel successo, che si aggiunse ai due di Orlando Pizzolato, i top runner italiani finirono per preferire la Grande Mela alla capitale dell’Illinois.
Così, mentre nella storia della più grande maratona al mondo si contano 30 presenze italiane nei primi dieci classificati delle sue quarantotto edizioni, più limitata è la firma azzurra nella top ten di Chicago: su tutti, brillano il secondo posto di Emma Scaunich nel 1988 (2:29’46”), il quarto (1985) e il sesto (1983) di Gianni Poli, il quinto di Nives Curti nel 2001 (2:28’59”), il sesto di Gian Paolo Messina nel 1982 (2:12’42”).
Dello stesso avviso sembrano essere i nostri connazionali appassionati di maratona: nel 2017 Chicago è risultata solo tredicesima nella particolare classifica delle 42,195 km col maggior numero di italiani al traguardo: 273, in crescita rispetto ai 198 del 2016, ma lontana dai 2.762 runner del Belpaese, che anche nel 2017 hanno permesso a New York di dominare questa graduatoria.