L'hombre vertical valdostano si rilancia in un weekend segnato dallo strapotere degli atleti keniani
di Stefano Gatti© Trofeo Nasego/Damiano Benedetto
Africa Power anzi Kenia nell’edizione 2024 del Trofeo Nasego, seconda tappa italiana (dopo il Giir di Mont di fine luglio) di Valsir Mountain Running World Cup, la serie iridata sancita da WMRA (World Mountain Running Association). Trionfano Patrick Kipngeno (Run2gether), che nel Trofeo replica la vittoria di ventiquattro ore prima nel Vertical, chiudendo in un’ora, 31 minuti e 26 secondi e la sua connazionale Joyce Njeru (Atletica Saluzzo), che si porta a casa il primo successo nel Trofeo con il tempo di un’ora, 51 minuti e 33 secondi, interrompendo l’imbattibilità di Andrea Mayr che deve “accontentarsi” della vittoria (la quinta per lei!) nel Vertical, mancando la doppietta riuscita appunto a Kipngeno. Ottimo il terzo posto finale da cuore in gola per l’italiano Henry Aymonod. Tornando al Trofeo, i migliori dei nostri sono l’esperto fuoriclasse Cesare Maestri e la talentuosa Vivien Bonzi: per entrambi quinto posto finale. Il Trofeo Nasego si confermata tappa determinante nella classifica di Valsir Mountain Running World Cup che con questi risultati vede cambiare la vetta, occupata ora proprio dai vincitori: al femminile Joyce Njeru e al maschile Patrick Kipngeno.
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Una volta ancora il Trofeo Nasego ha riunito a Casto (nella bresciana Val Sabbia) i migliori protagonisti del mountain running mondiale. Sulla linea di partenza c’erano davvero tutti, pronti a darsi battaglia nei 21 chilometri e mezzo per 1330 metri di dislivello positivo di una grande classica di vera corsa in montagna.
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Attesissimi i keniani Philemon Kiriago (vincitore della scorsa edizione) e Patrick Kipngeno, detentore del record entrambi reduci dalla Sierre-Zinal che il primo ha chiuso in seconda posizione dopo uno straordinario duello negli ultimi due chilometri della discesa finale con Kilian Jornet. In campo femminile occhi puntati su Joyce Njeru, pronta a riscattarsi in quella che è la sua gara più complicata, e l’altra keniana Philaries Kisang. Xavier Chevrier e i campioni nazionali in carica Cesare Maestri e Vivien Bonzi in primo piano per quanto riguarda i nostri.
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Parla solo keniano la prova maschile, con gli africani a fare la gara da per conto loro, ma con continui cambi di posizione in testa. Partono subito forte Josphat Kiprotich (che era stato secondo nel Vertical) e Patrick Kipngeno, determinato a migliorare il record nel Trofeo che detiene dal 2022, e Philemon Kiriago, vincitore qui nel 2023. Dietro al quintetto targato Kenia, chiuso da Saoli (vincitore dell’ultimo Giir di Mont a Premana) e Machoka (trionfatore nello stesso weekend alla Val Brevettola Skyrace nella piemontese Val d’Ossola), prova a tenere il passo il terzetto italiano composto da Luciano Rota, Cesare Maestri e Xavier Chevrier.
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Più staccati Luca Merli e Henri Aymonod. Alla salita del Rifugio Nasego la gara è ormai aggiudicata: Kipngeno ha preso il volo, staccando Kiriago di venti secondi e Kiprotich di poco più del doppio: una quarantina. Mantiene la settima posizione Luciano Rota mentre parte l’inseguimento di Cesare Maestri, che risale le posizioni.
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Al traguardo di Famea è doppietta per Kipngeno, che chiude davanti al compagno di allenamenti Kiriago e a Machoka che nel finale sopravanza l’ancora poco “lungimirante” Kiprotich (che anche alla Sierre-Zinal aveva acceso la miccia, raggiungendo e superando Kilian per poi dover tirare il fiato...). Al quinto posto Cesare Maestri (Atletica Valli Bergamasche Leffe, primo tra gli azzurri), settimo si conferma Luciano Rota (La Recastello Radici Group).
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Battaglia vera quella andata in scena nella gara femminile, con le keniane Philaries Kisang, Gloria Chebet e Joyce Njeru che prendono subito la testa tallonate da Andrea Mayr (Sv Schwechat/Hoolirun), pronta a conquistare una tripletta che sarebbe storica: vincere per tre volte di seguito il Vertical e il Trofeo Nasego nella stessa edizione.
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Quando si parla di salita è lei la regina ed è proprio sulla rampa verso il Rifugio Nasego che l’austriaca fa la sua gara, infilando una dopo l’altra tutte le marce e lasciandosi dietro, che nel frattempo si era portata in prima posizione. Il suo dominio dura però il tempo del passaggio al Rifugio Nasego: lungo la discesa, infatti, la keniana Njeru fa valere di nuovo la sua tecnica e torna in testa, mantenendolo fino al traguardo! Mayr chiude al secondo posto, mentre sul terzo gradino del podio sale la finlandese Susanna Saapunki (US Malonno). Ottima la prestazione di Vivien Bonzi, che chiude al quinto posto.
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Come anticipato, il weekend a tutto mountain running era scattato con la vittoria di Patrick Kipngeno e Andrea Mayr nell’adrenalinico Vertical. La fuoriclasse austriaca aveva apposto il suo quinto sigillo sulla gara di Casto con il tempo finale di 40 minuti e 51 secondi. Da parte sua, il fortissimo keniano aveva bloccato il cronometro sul tempo di 34 minuti e 28 secondo. La notizia del giorno era stata il terzo posto di Henri Aymonod in 35 minuti e 20 secondi, nella scia del vincitore e del suo connazionale Kiprotich.
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Al via di Casto c’è come sempre il gotha del mountain running iridato: da Andrea Mayr (sette volte campionessa mondiale in carica di uphill, imbattuta campionessa al Vertical Nasego di cui detiene ancora il record) alla scozzese Scout Adkin, attualmente in testa alla classifica di World Cup, alla keniana Philaries Kisang. Tra gli uomini fari accesi sul gruppo di keniani formato da Patrick Kipngeno, detentore del titolo 2023 di sola salita e di tutti i record al maschile del Vertical e del Trofeo Nasego, Philemon Ombogo Kiriago (vincitore dell’ultima World Cup) Michal Saoli e Josphat Kiprotich, attualmente terzo e quarto in classifica, ma anche l’inglese Joe Steward, campione europeo 2024 in carica di corsa in montagna solo salita e il campione europeo in carica di corsa in montagna salita/discesa: lo svizzero Roberto Delorenzi. E poi ancora l’atteso gruppetto degli italiani, con in testa l’atleta di US Malonno/The North Face Henri Aymonod, chiamato al riscatto proprio qui al Nasego, insieme al friulano Tiziano Moya. Presenti quest’anno anche le rappresentative ufficiali di Scozia, Irlanda e Inghilterra.
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Sono centosettanta gli atleti in via in gara-uomini. Sorvegliati speciali i keniani, con il vincitore del Piz Tri 2024 Josphat Kiprotich pronto a volare seguito dai connazionali Kipngeno, Kiriago e Machoka. Dietro però brilla l’azzurro di Henri Aymonod, che tiene bene il ritmo forsennato degli africani e attende il momento giusto per piazzare il suo allungo e dare - letteralmente - la scalata al podio, ciò che avviene ad un centinaio di metri dal traguardo, sul durissimo muro finale.
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L’Hombre Vertical valdostano (per anni imbattibile e imbattuto in modalità only-up) sprinta a prendersi un incredibile terzo posto alle spalle di Kipngeno (al suo terzo sigillo consecutivo)in 34 minuti e 28 secondi. Ottimo secondo posto finale al suo debutto per il suo connazionale (e compagno di squadra nella corazzata Rungether) Kiprotich. Si ferma ai piedi del podio la bellissima prova di Tiziano Moia (Gemonatletica Srl), che taglia il traguardo con 23 secondi di ritardo da Aymonod.
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Una sessantina le atlete al via dal centro di Casto. È Kisang a prendere subito la testa, seguita dalla finlandese Susanna Saapunki, da Scout Adkin e da Andrea Mayr (Sv Schwechat/Hoolirun): tutte e tre in un fazzoletto di secondi. Mayr può però vantare un superiore conoscenza del percorso e sa come dosare le energie: a metà gara parte la sua rincorsa alla testa, conquistando posizione su posizione e portandosi al comando a poco meno di trecento metri dalla finish line alla Corna di Savallo, dove taglia il traguardo in 40 minuti e 51 secondi, festeggiata dal pubblico di casa presente in vetta. Al secondo posto Kisang (Run2gether), terza Saapunki (US Malonno).
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