I due portacolori del Team Salomon hanno fatto la differenza nella quinta tappa di Golden Trail World Series by Salomon
di Stefano Gatti© @GoldenTrailSeries/@Pike'sPeakAscent/@Jordi Saragossa
Tutti lo aspettavano al varco dopo la dichiarazione d'intenti della vigilia e lui è stato di parola: vittoria e nuovo record per Rémi Bonnet nella Pike's Peak Ascent di Manitou Springs (Colorado, USA), penultimo atto di Golden Trail World Series prima della finalissima italiana del circuito internazionale targato Salomon tra poco più di un mese in Liguria. Il fuoriclasse elvetico aveva annunciato la sua intenzione di andare a caccia dello storico record stabilito trent'anni fa da Matt Carpenter, puntando però prima di tutto alla vittoria e al rilancio nella classifica generale. Missione compiuta in entrambi i casi, grazie anche ad una preparazione specifica e scientifica, che non ha lasciato nulla al caso. Bonnet torna così in testa alla classifica generale del circuito che - al femminile - vede saldamente in testa la statunitense Sopia Laukli che a Manitou Springs ha messo a segno la terza vittoria in cinque prova ma la prima sulle montagne del suo Paese.
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Nonostante la neve nella parte culminante dell'itinerario da 21 chilometri e 2382 metri di dislivello positivo (gara di sola salita) che culminava ai 4302 metri del Pike's Peak, Rémi Bonnet ha finalmente posto finale al regno trentennale di Matt Carpenter. L'impresa era molto complicata, tanto che il "sottotitolo" dell'evento era: "The Impossible Record". Con una formidabile accelerazione sulle rampe finali verso il traguardo imbiancato, il top runner elvetico originario di Val-de-Charmey (Cantone di Friburgo) ha chiuso la doppia missione vittoria e record con il tempo due ore, zero minuti e 20 secondi: vale a dire 46 secondi sotto lo storico primato dell'ormai cinquantanovenne Carpenter.
Unico distinguo: il fenomenale ultraunner della Carolina del Nord (per molti un vero e proprio "alieno" a livello fisico) aveva segnato il record al culmine della prima metà (in salita) della gara che - all'epoca - andava in scena sulla distanza della maratona e comprendeva un ritorno in discesa. Carpenter insomma aveva verosimilmente dovuto distribuire lo sforzo, evitando di dare tutto nella salita.
Secondo gradino del podio per il temutissimo keniano Patrick Kipngeno (run2gether) con un ritardo di tre minuti e 49 secondi. A sigillare il podio è stato il primo statunitense: Eli Hemming, al traguardo in due ore, sette minuti e 50 secondi. Sono tre gli atleti USA nella top five: il portacolori del Team Salomon ha lasciato ai piedi del podio il connazionale Seth Demoor e il beniamino locale Joseph Gray (è di Colorado Springs) che - nella sua intervista esclusiva per Sportmediaset della vigilia - il vincitore Bonnet aveva indicato come uno tra i suoi avversari più pericolosi e dal quale era quindi lecito attendersi qualcosa di più sui sentieri di casa.
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“Sapevo che adattarsi all'altitudine era la chiave. Mi sono allenato e ho dormito in una camera ipossica per tre settimane prima di venire qui e oggi ho risentito molto meno dell'altitudine. Sono davvero contento di aver battuto questo record! La gente pensava che fosse impossibile, ma io ci sono riuscito e sono davvero orgoglioso di dimostrare chi è il miglior scalatore del mondo! Ora dobbiamo tornare per rompere la barriera delle due ore”. (Rémi Bonnet)
“Sono molto soddisfatto della mia gara e molto contento del secondo posto. Rémi era su un altro pianeta oggi ed era impossibile stargli dietro. Sono stato in testa nella prima parte della gara, ma quando siamo entrati in acqua lui ha aperto un varco. Sono molto contento anche perché era la mia prima volta negli Stati Uniti e la mia prima gara sulla neve. È la seconda volta di fila che arrivo secondo nella Golden Trail Series e darò il massimo a Mammoth per vincere”. (Patrick Kipngeno)
“Sono molto soddisfatto del terzo posto! Ogni anno mi avvicino alla vittoria, quindi questo è un passo avanti. Rémi era davvero irraggiungibile oggi, ma sono anche molto contento del mio tempo”. (Eli Hemming)
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Con tre vittorie al suo attivo nelle prime cinque tappe della regular season di Golden Trail World Series, Sophia Laukli (Team Salomon) non può essere raggiunta prima della finale, quindi l'americana arriverà in Italia da leader e super favorita. La top runner statunitense (membro del team nazionale USA di sci nordico) ha chiuso la sua prova in due ore, 35 minuti e 54 secondi (39esima della classifica assolut), precedendo sul traguardo Judith Wyder (Team Red Bull/HOKA) con un ritardo di tre minuti e 41 secondi (quasi la fotocopia della “forbice” tra Bonnet e Kipngeno in gara-uomini) che ha permesso alla campionessa elvetica di Berna di occupare la 45esima casella del ranking. Sul terzo gradino del podio è salita la statunitense Anna Gibson (Team Brooks) che ha bloccato la fotocellula dell’arrivo sul tempo finale di due ore, 43 minuti e 59 secondi (49esima assoluta). Nella top five finale in quest’ordine due atlete spagnole: la giovanissima e promettente Malen Osa (Team Salomon) e la più esperta Sara Alonso (ASICS).
“Alla Sierre-Zinal ero felicissima di essere riuscita a fare una gara tattica, ma poi ho iniziato ad andare sotto stress quando Judith mi ha superato. Questa volta ho mantenuto la calma e ho cercato di giocare di nuovo in modo strategico, aspettando gli ultimi quattro chilometri per attaccare. H a funzionato, quindi sono davvero felice. È la mia prima vittoria nella Golden Trail Series a casa mia, negli Stati Uniti, e so anche che non potrò recuperare nella classifica generale prima della finale”. (Sophia Laukli)
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“Sono felice di questo risultato, non avrei potuto fare di meglio. C'è stato un momento in cui ho pensato di poter vincere la gara, perché sono stata in testa fino alla fine del bosco. Poi però Sophia mi ha superata e ho capito che fino a quel momento si era limitata a gestire e che oggi era più forte”. (Judith Wyder)
“Sono molto contenta del terzo posto. Ho cercato di essere prudente perché è la gara più lunga a cui ho partecipato finora e con la pendenza e l'altitudine ho preferito rimanere cauta per risparmiare energie per il finale. Sono sorpresa di finire sul podio davanti a tutti questi atleti, è incredibile”. (Anna Gibson)
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Il clean sweep (vittoria e record) di Manitou Springs proietta Rémi Bonnet (Team Salomon) al vertice della classifica generale maschile con 566 punti contro i 516 sedici di Manuel Merillas (Team Land/SCARPA/Oquendo), assente a Manitou Springs e i 494 di Roberto Delorenzi (Brooks Trail Runners). Chiudono la top five due atleti del Team Salomon: Eli Hemmond (482) e il polacco Bart Przedwojewski.
Team Salomon al comando anche tra le donne: 600 punti tondi per Sophia Laukli. Al suo inseguimento la compagna di squadra cinese Miao Yao (463). Due soli punti (455 a 453) dividono l’elvetica Theres Leboeuf (Team Leboeuf/Compressport) dalla norvegese Sylvia Nordskar (Team HOKA/Daehlie). Tre su cinque per Team Salomon nella top five grazie ai 440 punti della neozelandese Caitlin Fielder.
Difendono i colori dei Brooks Trail Runners gli unici due italiani presenti nella top ten delle classifiche generali: settima posizione per l'emergente altoatesino Daniel Pattis (tra l'altro buon quattordicesimo a Manitou Springs), ottava casella per l'esperta valtellinese Alice Gaggi.
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I top runners di Golden Trail World Series puntano ora sulla California, dove il tour nordamericano del circuito prosegue e culmina con la Mammoth 26K che venerdì 22 settembre chiude la regular season di GTWS 2023 ed alla quale spetta il compito di definire la shortlist degli atleti che - di nuovo in Europa - si giocheranno la vittoria del circuito stesso nella Grand Final di Golfo dell’Isola Trail Race in Liguria da giovedì19 a domenica 2 ottobre.